Dopo sei anni ancora nessuna giustizia per le 43 vittime, per l’intero quartiere distrutto sotto il ponte e per la città di Genova. Il processo è ancora in corso e la sentenza di primo grado è addivenire. Come ogni anno ci saranno minuti di silenzio e tante celebrazioni, dove si parlerà di verità e di giustizia, ma i responsabili sono ancora tutti impuniti a piede libero.
Nel sesto anniversario della strage del Ponte Morandi, quindi, vogliamo auspicare che si arrivi finalmente a verità e giustizia senza intoppi e depistaggi.
E nelle ricorrenze di questi giorni ci permettiamo di chiedere a tutti meno enfasi e meno ipocrisia ma più concretezza, consapevolezza e responsabilità, soprattutto da parte di coloro che sono preposti a prendere le decisioni in questo Paese.
La verità finora emersa è che 43 persone innocenti sono morte, sia a causa dei mancati controlli, sia per le ‘regole’ di privatizzazione delle nostre autostrade, costruite con soldi pubblici ma cedute in concessione ai privati nonostante siano da sempre fonte di entrate certe e sicure per lo Stato.
Ad onore del vero, la privatizzazione delle autostrade fu decisa alla fine degli anni ‘90 dal governo Prodi, realizzata dal successivo governo D’Alema e poi resa operativa, con alcune modifiche, dal governo Berlusconi che ha affidato gran parte della gestione ai privati.
Per strane coincidenze, la tragedia del ponte Morandi ha fatto venire alla luce questo ‘conflitto d’interessi’ di mancata manutenzione del concessionario e della totale assenza di controllo di Regione e Stato, non solo in Liguria.
Nonostante 43 morti, la distruzione di un quartiere e le relative conseguenze per la città di Genova, invece di sospendere subito la concessione a chi non ha garantito la manutenzione – in attesa di sentenza e di conoscere i fatti – lo Stato ha deciso di ricomprare dai privati le quote della società concessionaria Atlantia.
La tragedia del ponte Morandi rappresenta un evidente campanello d’allarme su un certo modo di fare politica nel nostro Paese, su un certo modo di fare le privatizzazioni, su un certo modo di interpretare il rapporto pubblico-privato, su una certa
subalternità della politica di turno ai ‘capitani coraggiosi’ della nostra economia.
Se il Paese vuole crescere, se noi vogliamo crescere, è fondamentale imparare dagli errori commessi trasformandoli in situazioni positive, come opportunità per imparare e migliorare evitando di ripetere sempre gli stessi errori.
Quello delle autostrade è stato un grave errore ai danni dei cittadini e dello Stato, perché dopo aver costruito le autostrade con i soldi pubblici, noi utenti oggi ci ritroviamo infrastrutture vecchie, non adeguate, talvolta anche insicure e da rifare con cantieri aperti e viadotti a una corsia in tutta Italia.
Non servono tanti minuti di silenzio: c’è solo bisogno di consapevolezza, di responsabilità, di discontinuità.
Serve un cambio in noi cittadini con responsabilità, esempio e coerenza ma anche nella politica, nelle forze sociali, nelle istituzioni. Siamo tutti nella stessa barca e tutti insieme dobbiamo ricominciare a remare per la polis, per la res pubblica, per il bene comune, per le nostre comunità e per il nostro Paese.
Genova 14 agosto 2018 ore 11,36. Mai dimenticare!”
Il segretario generale Fnp Cisl, Emilio Didonè
Fonte: pensionati.cisl.it