“Le priorità della Cisl per la legge di bilancio sono due: una manovra espansiva di natura anticiclica, che faccia riferimento a una forte accelerazione degli investimenti per la crescita, e misure per lavoro, sviluppo e coesione sociale”. Così il segretario generale Luigi Sbarra ai microfoni di Radio Rai 1. “Serve subito una cabina di regia contro l’inflazione, arginare la speculazione, sostenere e difendere redditi e pensioni. E poi un impegno reciproco per rinnovare e innovare i contratti pubblici e privati. Serve una riduzione strutturale del cuneo, detassare le tredicesime, azzerare il prelievo fiscale sugli aumenti contrattuali e un impegno sulla scuola. Inoltre, restituire al sistema pensionistico maggiore flessibilità, sostenibilità e inclusione soprattutto per giovani e donne”.

Le risorse? “Proprio perché le risorse non sono illimitate, bisogna fare delle scelte, darsi delle priorità. Per noi sono sostenere il lavoro, i redditi delle famiglie, aumentare salari e pensioni, cambiare il sistema previdenziale e tagliare le tasse. Se c’è un problema di risorse cominciamo a redistribuire tutto l’extragettito dell’Iva, pensiamo a come estendere un contributo di solidarietà anche alle multinazionali che in questi anni hanno registrato profitti altissimi. Pensiamo anche ad un possibile incremento del prelievo fiscale sulle grandi rendite finanziare e immobiliari. E poi – prosegue Sbarra – c’è il tema aperto sull’evasione che sottrae dalle casse dello Stato quasi 100 miliardi di euro l’anno. Ogni euro che viene recuperato va restituito ai lavoratori, ai pensionati, alle famiglie, che hanno sempre pagato fino all’ultimo centesimo”.

E sullo sciopero annunciato dalla Cgil: “Annunciare oggi uno sciopero generale è prematuro ha osservato il leader della Cisl – perché rischia di bruciare le relazioni sindacali con il governo in una fase in cui abbiamo bisogno di dialogo e confronto. Ci sono indubbiamente sensibilità diverse tra noi – ha aggiunto – anche se gli obiettivi restano convergenti nella priorità di rafforzare crescita, sviluppo, tutele, diritti, coesione sociale, sostegno ai più deboli, per dare un futuro dignitoso a lavoratori e pensionati. Poi nel sistema politico e sociale e anche nel sindacato c’è un pluralismo che consideriamo una grande ricchezza. Ci sono tavoli aperti con molti ministeri – ha ricordato – e li considero tutt’altro che finti e lì il sindacato deve stare per incalzare il governo fino all’ultimo giorno di trattativa per sostenere le nostre proposte. Aspettiamo i contenuti della nota di aggiornamento al Def e della legge stabilità, poi tireremo le somme senza timori e riverenza, mobilitandoci nel caso non trovassimo le giuste risposte alle nostre rivendicazioni, senza se e senza ma, come fatto in passato, in assoluta autonomia e con assoluta responsabilità”.

Quanto all’ipotesi di un referendum abrogativo del Jobs act: “Non ci uniamo alla schiera dei demolitori tout court – ha detto. “Il Jobs act è stata una riforma sicuramente non priva di lacune, ma nel complesso è stata importante perché ha dato una visione nuova, un impulso forte verso un sistema di tutele, protezioni sociali, promozione del lavoro coerente con le profonde trasformazioni della società. Ha dato un segnale forte sulle politiche attive. Certo, poi non si è stati conseguenti. Non c’è stato un impulso forte sulla formazione. Ci sono cose che ancora oggi possiamo migliorare, ma demolire tutto questo significa un po’ ritornare al passato. Invece noi abbiamo la responsabilità di migliorare e innovare la legislazione sul lavoro”.

Ha infine toccato il tema della salute e scurezza sul lavoro richiamandosi alle parole del Presidente della Repubblica: “Ha ragione il presidente Mattarella quando ci chiede di fare molto di più. Vanno aumentati i controlli nei luoghi di lavoro, vanno assunti ispettori e medici del lavoro, vanno incrementate le sanzioni, e bisogna fare un potente investimento sulla informazione, formazione, prevenzione a partire dalla scuola. Bisogna premiare le aziende che investono su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Come sindacato dobbiamo fare la nostra parte, contribuendo anche a innovare le relazioni industriali e a rafforzare la contrattazione, denunciando e combattendo gli appalti al ribasso, le tante esternalizzazioni predatorie e pretendendo la piena applicazione dei contratti su tutta la catena delle forniture” ha concluso.


Fonte: cisl.it