“Personalismo, prossimità, solidarietà, partecipazione, sussidiarietà: sono valori comuni, frutto anche della Dottrina sociale della Chiesa, che ritroviamo in pieno nel Manifesto del buon lavoro. Condividiamo la profonda verità contenuta in uno dei suoi concetti architrave: quello per cui “il lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro”. Anche oggi, mentre tutto attorno a noi cambia velocemente, mentre il lavoro conosce trasformazioni enormi sotto il segno delle nuove tecnologie, dello sviluppo digitale e della robotica, dell’Intelligenza Artificiale, il principio fondamentale da far vivere nella realtà di ogni giorno resta lo stesso: mettere la persona al centro”. Lo ha detto oggi il leader della Cisl Luigi Sbarra a margine della Presentazione del Manifesto del Buon Lavoro da parte della Compagnia delle Opere presso la Sala Caduti di Nassirya in Senato. “Fare spazio al buon lavoro vuol dire innanzitutto sbloccare un mercato del lavoro asfittico che lascia inutilizzato un immenso capitale umano. Vuol dire formazione permanente, istruzione, riqualificazione delle competenze, welfare sociale, mutualistico e sussidiario. Vuol dire spostare il baricentro dal posto di lavoro alla persona nel mercato del lavoro, con una rete istituzionale, contrattuale e bilaterale, che permetta di affrontare tutte le transizioni. Vuol dire avere l’ambizione di reimpostare il rapporto tra Capitale e Lavoro sulle basi della partecipazione e della democrazia economica”, ha aggiunto Sbarra per il quale: “Va aperta una prospettiva nuova, in cui al centro ci siano il buon lavoro e la persona con il suo protagonismo, la sua creatività, la sua capacità di promuovere attivamente trasformazioni e crescita delle comunità produttive e dei territori. Su tutto questo sfidiamo il Governo, le associazioni datoriali e tutti i nostri interlocutori sociali a convergere in un perimetro comune di impegno e corresponsabilità. Contro ogni antistorico antagonismo. Per un confronto sociale che sia sfida continua e positiva in nome del bene comune. Anche nelle sedi istituzionali, attraverso una concertazione nuova ed agile, che conduca a riforme ed investimenti.
Per far tornare a crescere l’Italia renderla un Paese più solidale, partecipativo ed inclusivo”, ha precisato il numero uno della Cisl.
Fonte: cisl.it