Dopo un lungo ed impegnativo percorso che ci ha visto partecipi in 27 assemblee precongressuali in tutto il territorio di Roma e provincia e di Rieti e provincia oggi si conclude il percorso con l’odierno Congresso.

Siamo partiti dal territorio, dalle periferie, dai comuni per ascoltare i bisogni delle persone, dei pensionati, degli anziani, dei più fragili, per poter rappresentare il bene di tutti e per elaborare linee rivendicative e scelte coraggiose e necessarie da portare ai vari livelli della nostra Federazione e nella Confederazione.

La partecipazione degli iscritti è stata la nostra la stella polare ed ha animato il nostro percorso congressuale per far emergere idee, pensieri, priorità, buone pratiche per formare una strategia generale che serva a potenziare e migliorare la nostra Federazione.

Nel percorso assembleare sono stati approfonditi i temi prioritari collegati alle reali istanze di pensionate e pensionati, per favorire l’incontro tra il desiderio delle persone (aspettative, bisogni, timori, disagi, ambizioni, interessi) e le priorità e gli obiettivi della nostra organizzazione.

Le persone, i nostri iscritti, hanno affidato a noi le loro esigenze e le aspettative fidandosi e chiedendoci di non deluderli come spesso fa la politica di cui non hanno più fiducia.

Di speranza, abbiamo tanto bisogno tutti. Ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno la società in cui viviamo, spesso immersa nel solo presente e incapace di guardare avanti al futuro.

Di speranza ne hanno bisogno la politica, le Istituzioni, il sindacato, i corpi intermedi soprattutto quando mettono alla prova le loro responsabilità. E di speranza ne ha bisogno ciascuno di noi per affrontare la vita di tutti i giorni, a volte anche difficile e complicata.

Dobbiamo impegnarci a far crescere il bene comune della comunità in cui viviamo, rendendoci sempre più disponibili al dialogo e ad un confronto corretto e proficuo.

 Dobbiamo dedicarci maggiormente ad aiutare chi più ha bisogno e dobbiamo far emergere il valore della responsabilità e della solidarietà.

L’accoglienza nelle nostre sedi, l’ascolto, il nostro fare quotidiano, le azioni delle tante persone che silenziosamente aiutano gli altri, a volte anche con piccoli gesti, non rimanere indifferenti o rassegnati contribuisce a rendere le nostre comunità più inclusive e più umane.

Le persone sono stanche delle contrapposizioni politiche, dei malfunzionamenti dei servizi pubblici che costringono a ricorrere al privato, delle promesse non mantenute, del degrado ambientale ed urbano e della scarsa sicurezza delle città.

Sperano tuttavia in un futuro migliore.

La speranza non è solo un concetto religioso e cristiano ha un’importanza vitale per l’esistenza umana come ha affermato nel settecento il filosofo Immanuel Kant.

Per gli antichi romani la speranza era una divinità, la dea SPES di cui celebravano la festa il 1° agosto ed il filosofo marxista Bloch scrisse la grande opera intitolandola “il principio speranza”. Ciò, per testimoniare la speranza dai vari punti di vista.

Il filosofo Kant che ho sempre ammirato diceva che l’umano onora la sua vita se migliora la sua conoscenza, se agisce rettamente e se coltiva la speranza.

I temi scaturiti dalla nostra gente saranno oggetto di questo massimo consesso che non deve essere rituale al contrario è un momento di approfondimento vero sui vari temi e deve indicare la nostra linea programmatica del prossimo quadriennio.

Quindi un bilancio dell’attività svolta ed anche l’indicazione della dirigenza che dovrà avere l’onere e l’onore di rappresentare per vostro conto e per gli iscritti la nostra Federazione.

Il nostro congresso si svolge purtroppo, in un quadro internazionale sempre complicato e preoccupante.

La nuova Commissione Europea, non dà ancora segni concreti di politiche unitarie ed efficaci per fronteggiare sia la politica aggressiva del Presidente degli USA Trump sia quella cinese estremamente espansiva nei mercati dell’economia globale. In questo scenario non si può sottovalutare il presidente russo Vladimir Putin, l’aggressione all’Ucraina e quindi all’Europa e le sue irresponsabili e reiterate minacce di bombe nucleari.

La questione di fondo è che il mondo è dominato da monopoli tecnocratici che condizionano i governi mondiali e le stesse elezioni politiche a partire a quelle degli USA vedi Elon Musk.

Senza dimenticare Palestina e Libano e quanto accade nella striscia di Gaza dopo l’attentato terroristico di Hamas.

Ucraina e Medio Oriente sono i conflitti che ci toccano più da vicino, ma sono tante, troppe, le guerre che infiammano il mondo. e delle quali si parla troppo poco.

Forse l’unico che, come sempre, ha il coraggio e la coerenza di invocare la pace con forza, denunciando la brutalità della guerra, è Papa Francesco a cui auguriamo una pronta guarigione.

La speranza, evocata anche in questo periodo, nell’anno del Giubileo ci spinge a credere come avvenuto in passato che prima o poi arriverà la fine di queste guerre.

Rispetto alla nostra Federazione è importante ribadire con convinzione la nostra mission istituzionale, quella cioè di lottare per la dignità dei pensionati, degli anziani e dei fragili.

Valori che ho ricordato in tutte le nostre assemblee precongressuali.

Questo nostro impegno sui vari fronti deve essere portato a conoscenza di tante persone che non sanno della nostra esistenza, della nostra funzione e della nostra attività quotidiana.

Dobbiamo raggiungere e farci conoscere nei luoghi di aggregazione, negli ex centri anziani, nelle occasioni di dibattiti pubblici, in altri termini bisogna andare oltre la frequentazione delle nostre sedi, importante ma parziale.

Dobbiamo informare la nostra gente sui risultati raggiunti nell’ultima legge di bilancio. Nella manovra sono state accolte parte delle richieste del sindacato e della Cisl in particolare quelle in favore dei lavoratori e delle famiglie.

Per i pensionati abbiamo ottenuto lo sblocco della piena indicizzazione delle pensioni di tutte le pensioni ripristinando la norma più favorevole per compensare parte dell’inflazione.

Questo è stato possibile perché la nostra federazione ha evidenziato questa necessità e rappresentata con forza insieme alla nostra Confederazione al Governo.

La recente sentenza della Corte Costituzionale con la quale si stabilisce in sostanza che si possono perequare le pensioni più basse e trascurare quelle medio alte se il bilancio non lo consente non ci aiuta a rivendicare come fatto quest’anno l’adeguamento di tutte le pensioni.

Ma non demorderemo, il nostro giusto obiettivo è quello di perequare tutte le pensioni.

 Rimane sempre aperta poi la nostra rivendicazione di separare la spesa previdenziale da quella dell’assistenza.

Se ne parla da anni ma si continua a far finta di non vedere che il 45% di 16 milioni di pensionati sono parzialmente o totalmente assistiti, e che la voce “assistenza” di 68 miliardi vale il 32% dell’intera spesa previdenziale.

Operare con la divisione delle spese dimostrerebbe che la spesa pensionistica è in linea nel rapporto con il PIL come gli altri Paesi europei e si supererebbe lo spauracchio messo in campo dalla politica dell’insostenibilità del sistema pensionistico anche se tutti noi guardiamo con estrema preoccupazione il fenomeno della denatalità che investe il nostro Paese con tutti i conseguenti effetti.

Sempre in ordine alla tutela dei redditi da pensione, riteniamo necessario l’ampliamento della platea dei beneficiari della Quattordicesima e l’innalzamento degli importi per chi già la riceve, cristallizzato al 2017. La Quattordicesima, risponde a principi di equità, valorizza gli anni di lavoro e di contributi, e non penalizza le donne.

Sulla sanità c’è stato con la legge di bilancio l’inizio di inversione di tendenza con l’incremento di 1,3 miliardi del Fondo sanitario per l’anno in corso.

Prima di passare ai mali della Sanità chiediamo con forza l’adeguamento dei limiti di reddito dell’esenzione del ticket sanitario.  Il Segretario Generale Didonè recentemente ha inviato una lettera al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per mettere fine ad una situazione che preoccupa un numero crescente di famiglie, costituite per lo più da anziani, spesso soli e con malattie croniche, estromesse dal beneficio di legge, non per loro colpa o per un improvviso arricchimento economico, ma per un vuoto normativo che non tiene conto della loro condizione sociale ed economica.

I limiti reddituali per rientrare tra coloro che beneficiano dell’esenzione non sono mai stati adeguati al costo della vita ma solamente riconvertiti in euro, ormai nel lontano 2002, quando si è passati dalla lira all’euro.

Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità si evidenzia come, nel biennio 2022-2023, questa situazione abbia costretto 2,6 milioni di ultra 65enni a rinunciare ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbero avuto bisogno, sia per le liste di attesa sia per gli eccessivi costi, con i conseguenti  rischi  per la salute,  e con un maggior peso assistenziale sulla rete ospedaliera, alla quale si rivolgono gli anziani economicamente più fragili per ottenere cure gratuitamente.

Riguardo a questo punto relativo al reddito per l’esenzione dal ticket ritengo sia possibile adeguarlo anche a livello regionale e chiedo alla Usr Cisl lazio, all’amico Enrico Coppotelli di assumere l’iniziativa a livello laziale auspicandone la positiva conclusione.

Sappiamo che la sanità nel nostro Paese non funziona come dovrebbe, non risponde cioè ai bisogni di salute dei cittadini, in particolare di quelli degli anziani.

Le criticità vengono da lontano, a mio giudizio, da quando la sanità è diventata di competenza regionale, esistono infatti, 19 servizi sanitari regionali e l’emergenza Covid ha dimostrato che il servizio sanitario non ha funzionato neppure nei servizi sanitari regionali sulla carta più funzionanti.

La questione è certamente legata alle scarse risorse finanziarie a disposizione ma anche ad un’organizzazione non all’altezza della situazione e soprattutto alla scarsità di personale medico e paramedico.

E in questo contesto, recentemente, anche la Consulta ha difeso il diritto alla salute: prima della sanità tagliare altre spese.

Con un inedito intervento, la Corte costituzionale è entrata a pieno titolo sui meccanismi che regolano il bilancio dello Stato, ribadendo l’intento prioritario di “garantire il fondamentale diritto alla salute di cui all’art. 32 della Costituzione, che chiama in causa imprescindibili esigenze di tutela anche delle fasce più deboli della popolazione, non in grado di accedere alla spesa sostenuta direttamente dal cittadino, cosiddetta out of pocket (di tasca propria)”. E questa sentenza sollecita il legislatore di “scongiurare l’adozione di tagli al buio”

Non si può tollerare infatti, in un paese che si ritiene civile che la salute possa essere un diritto assicurato ai ricchi ed i poveri debbono arrangiarsi o non curarsi.

Le liste d’attesa lunghissime ed insopportabili, sono appesantite dalla scarsa funzionalità e carenza dei medici di base ormai diventati burocrati ed esclusivamente dedicati a prescrivere visite specialistiche o esami spesso inutili ove ci visitassero invece che fare diagnosi telefoniche.

A causa di ciò, le persone in grande difficoltà sono costrette a ricorrere al pronto soccorso intasando quei luoghi di emergenza che dovrebbero servire per i casi gravi.

Le persone sono costrette a ricorrere al pronto soccorso per i motivi detti ed anche perché non possono permettersi economicamente le visite o esami specialistici privati.

Noi lottiamo per salvare il servizio pubblico e garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute indipendentemente dal reddito.

Troverete in cartella una sintetica elaborazione sulla sanità laziale che evito, per motivi di tempo, di rappresentarvi in questa relazione.

Anche in questa materia l’attività principale dovrebbe essere la prevenzione e poi la cura.

La prevenzione deve essere educazione individuale intrecciata in un’attività pubblica collettiva.

Gli studi economici ci spiegano che le risorse impiegate per la prevenzione sanitaria determinano un risparmio di tre volte rispetto alle spese di cura. Quindi meno spese più salute.

La prevenzione vale anche nel campo ambientale e territoriale per limitare gli effetti derivanti dai cambiamenti climatici che provocano morti, distruzioni e azzeramento di attività economiche.

Non possiamo ragionevolmente in pochi anni pur se tutti i Paesi contribuissero ad abbattere le emissioni di CO2 nell’atmosfera a modificare il clima, quello che possiamo fare è mettere in sicurezza il territorio anche in funzione delle bombe d’acqua o delle piogge torrenziali, tutte di gran lunga prevedibili.

Nella maggior parte dei casi le vittime sono anziani perché meno in grado per ragioni fisiche e mentali di tirarsi fuori dal pericolo e dunque insieme alla Cisl a livello nazionale, regionale e territoriale dobbiamo sollecitare la Politica e le Amministrazioni a collocare tra le priorità questa materia.

Le belle parole dopo i drammi vissuti dalle persone e dei danni delle case e delle strutture produttive sono inutili bisogna adottare le misure adeguate prima dell’evento calamitoso. 

La prevenzione serve anche per evitare gli incidenti domestici, in cartella avete un opuscolo che avevo preparato pure per la FNP nazionale riguardo alle precauzioni da prendere in casa.

Peraltro gli incidenti in casa interessano gli anziani in particolare le donne ed i bambini.

Naturalmente come FNP ai vari livelli continueremo ad incalzare il Governo, la regione Lazio ed i Comuni a partire dalla Capitale per migliorare la vita dei pensionati e delle pensionate su tutti i temi dalla non autosufficienza alla disabilità, all’invecchiamento attivo, dalla rivalutazione di tutte le pensioni, alla separazione tra previdenza e assistenza, dal fisco più equo, alla difesa del potere di acquisto.

Servono più risorse per il sociale, per la scuola, per la sanità, per la non autosufficienza, per garantire una pensione degna ai giovani ed alle donne e queste, si possono trovare con una concreta ed efficace lotta all’evasione fiscale.

Ma per combattere veramente l’evasione e l’elusione fiscale bisognerebbe che fossero aboliti i condoni fiscali e le rottamazioni, che fosse diminuito l’utilizzo del contante, che fosse ridotta la normativa fiscale delle leggi, di difficile interpretazione e piene di rinvii ad altre leggi. Un testo unico sarebbe di grande aiuto per i contribuenti e per i controllori, e favorirebbe la riduzione dei ricorsi che sommergono l’amministrazione finanziaria sotto montagne di carta.

Non solo, sarebbe molto utile per superare il sommerso che si crei un concreto conflitto d’interesse tra il prestatore d’opera (es. idraulico, muratore, falegname ecc. ) ed il cittadino al quale dovrebbe essere consentito per i lavori nella propria abitazione poter scaricare  fiscalmente l’intera fattura.

Con un’amministrazione del fisco che possiede un’anagrafe tributaria così particolareggiata, non dovrebbe essere per nulla difficile individuare sia coloro che non pagano le dovute tasse e sia anche coloro che sono totalmente sconosciuti al fisco.

Ma senza la volontà politica, non c’è banca dati che tenga, l’evasore continuerà ad avere ottime possibilità di rimanere impunito e si continuerà a penalizzare chi le tasse le paga fino all’ultimo centesimo.

Se le tasse le pagano tutti si possono abbassare a chi le paga tutte come noi pensionati, i più tartassati d’Europa.

Questa è una nobile battaglia di giustizia sociale e noi e la Cisl incalzeremo il governo e le amministrazioni a fare di più lo meritano i lavoratori ed i pensionati.

Non solo occorre nel Paese più produttività, più imprese e più lavoro, più partecipazione.

Solo la partecipazione responsabile dei lavoratori e dei pensionati può diventare la chiave di volta per la coesione e l’innovazione sociale, per affrontare le enormi sfide del Paese, i cambiamenti della società, del welfare, del lavoro e del sistema produttivo.

La proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione in attuazione dell’art 46 della costituzione promossa dal Cisl finanziata al momento con 72 milioni di euro nei prossimi mesi sarà approvata dal Parlamento.

Forse è l’unica riforma utile al Paese.

Nel nostro Paese quello che è in gioco è quale modello sindacale si deve affermare, quello nostro che riteniamo tutti noi vincente fatto di autonomia, partecipazione e contrattazione o quello antagonista e ideologico della Cgil.

I fatti dimostrano che l’unico modo, soprattutto nei tempi moderni per rappresentare i lavoratori ed i pensionati è il nostro modello pragmatico e partecipativo.

La chiamata alla “rivolta sociale” di Landini o non firmare i rinnovi contrattuali migliori del passato o ridicolizzare l’applicazione della perequazione delle pensioni è contraria agli interessi concreti dei lavoratori e dei pensionati.

Dobbiamo continuare a coltivare il coraggio della partecipazione. Coraggiosi nel cambiamento nelle nostre comunità.

Nelle nostre tesi congressuali una mi piace di più delle altre quella della generazione della sostenibilità.

Significa mettersi in campo con la nostra visione e con la nostra azione per un futuro migliore e più giusto.

La sostenibilità riguarda l’ambiente, il sociale, l’economia, la cultura che attraversa tutti i cittadini i giovani e gli anziani che insieme possono agendo sul presente possono costruire il mondo di domani.

Dobbiamo a tale riguardo intensificare i nostri rapporti tra le generazioni. Abbiamo fatto molto in termini convenzionali con molte scuole in particolare a Roma e provincia, abbiamo svolto molti incontri con i ragazzi presso la sede italiana della comunità europea, una delegazione di giovani insieme a noi è stata ospite a Bruxelles presso il Parlamento Europeo.

Il nostro obiettivo era ed è quello di contribuire a far sentire tutti, giovani ed anziani completi cittadini italiani ed europei.

Gli anziani, con la loro esperienza possono e debbono offrire supporto alle generazioni più giovani, e da essi assorbire innovazione ed energia, offrendo loro speranza con iniziative che rafforzino il senso di comunità più inclusiva ed in difesa dei diritti sociali.

Non possiamo trascurare nella nostra analisi la solitudine degli anziani.

Spesso la cronaca porta all’attenzione i casi di anziani abbandonati, lasciati soli da figli, nipoti e badanti. Tante le storie di degrado che confermano che nel Paese e nei territori della nostra Regione, serve una vera presa in carico della persona.

Sono tanti gli anziani soli, che pur avendo una casa si lasciano andare, senza cibo o igiene adeguati. E tra le varie emergenze che riguardano gli anziani c’è il fenomeno grave, ancora poco raccontato, degli anziani soli e abbandonati che sviluppano forme di “barbonismo domestico”.

E se non si rifinanziano adeguatamente alcuni servizi di assistenza sociale in carico ai comuni diventerà sempre più difficile rispondere a questi problemi.

I processi di invecchiamento sono fattori cruciali anche in relazione alla struttura della popolazione per nuclei familiari. La metà di coloro che vivono da soli sono anziani e quindi si genera solitudine e necessità di assistenza anche riguardo la capacità di svolgere autonomamente le proprie normali attività della vita quotidiana.

La solitudine degli anziani è una questione di estrema attualità che sta spingendo anche diverse istituzioni a sperimentare sempre nuove soluzioni.

Sono senz’altro positivi ed innovativi i progetti di coabitazione tra studenti ed anziani, che da un lato risponde al bisogno dei giovani di avere alloggi a prezzi accessibili, dall’altro favorisce relazioni di solidarietà e di inclusione della popolazione più anziana.

Ben vengano questa e altre sperimentazioni ma il Governo, deve investire nuove risorse se vogliamo portare a termine e attuare, passo dopo passo, manovra dopo manovra, le riforme in cantiere, come la legge delega 33/2023 e il decreto legislativo 29/24 in materia di politiche in favore delle persone anziane.

La situazione è di grande difficoltà in cui si ritrovano le famiglie con persone con disabilità e con non autosufficienza, con aiuti economici insufficienti, con assenza di percorsi in ospedali dedicati, con servizi di assistenza ridotti al lumicino.

L’offerta delle Istituzioni non si può esaurire con l’indennità di accompagnamento, né può fare affidamento nelle risorse sempre più esigue dei Comuni e dei Municipi.

Non si può continuare ad enunciare sempre il principio di integrazione presa in carico socio-sanitaria senza avere mai i presupposti economici per attuarla concretamente.

L’aiuto da parte del welfare pubblico è finora inesistente o marginale. E per questo stiamo chiedendo da tempo copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare. E non solo aiuti economici ma più servizi, più formazione, più sostegno psicologico e più risorse congrue per garantire un’effettiva esigibilità delle tutele per l’attuazione di servizi e sostegni dedicati al caregiver che si prende cura della persona.

Nei nostri territori, la concertazione sociale si è sviluppata in termini positivi ed anche con approcci unitari.

Ha  permesso la costruzione di rapporti collaborativi in buona parte con le Amministrazioni locali in tema di politiche sociali e ha prodotto la sottoscrizione di protocolli di relazioni sindacali, di verbali di riunione, di verbali di concertazione, ed anche la realizzazione di alcuni progetti nei territori nonché l’apertura di Tavoli Permanenti sia insieme alla Confederazione romana che in via esclusiva  come pensionati che ha permesso una trattazione privilegiata di tematiche sociali specifiche per gli over 65.

La stesura dei Protocolli è stata redatta in modo uniforme per contrastare disuguaglianze e iniquità tra territorio e territorio – ad eccezione di alcune specificità territoriali.

L’attività concertativa svolta nelle aree di competenza della nostra Federazione ha prodotto:

–          a Roma n. 14 Protocolli su 15 Municipi;

–          a Rieti n. 4 Verbali di concertazione;

–          nell’Area Metropolitana n. 2 Protocolli di relazioni sindacali e n. 18 verbali di concertazione.

Un’ intensa attività quindi insieme alla Cisl che si deve ulteriormente sviluppare con un approccio più organico e progettuale che produca maggiori effetti sulle nostre comunità.

Effetti positivi che dobbiamo saper meglio diffondere tra la popolazione delle specifiche aree di riferimento molto vaste e dispersive.

Sulla contrattazione sociale dovremo mettere in campo un’intensa attività di formazione permanente e non episodica ed affinare e strutturare le nostre forme e modalità comunicative.

Siamo stati protagonisti altresì dell’iniziativa “siamo tutti pedoni svolta a Roma e Rieti il 19 settembre 2024 nell’ambito del progetto lanciato dalla FNP nazionale.

 E’ stata una testimonianza concreta del nostro ruolo e per far conoscere la nostra federazione ai cittadini e la funzione importante che facciamo per la comunità e per la sicurezza dei pedoni.

Dalla manifestazione scaturì nei giorni successivi l’approvazione nella Commissione mobilità del Comune di Roma la delibera per la realizzazione di passaggi pedonali rialzati in tutta la città.

A proposito della mobilità cittadina non può essere sottovalutata l’azione della Cisl in merito al blocco degli aumenti dei biglietti dei trasporti urbani e la riduzione della sovrattassa comunale per i redditi più bassi così come ottenuto la riduzione pur in termini diversi della sovrattassa regionale relativa alla maggiorazione IRPEF.

Gli anziani di oggi, non sono più quelli del passato ci sono certamente quelli con malattie croniche, fragilità fisiche, economiche e sociali ma ci sono quelli in buona salute che si vogliono impegnare con energia e contribuire attivamente a migliorare la propria comunità ed in generale la società.  

Molti pensionati partecipano alle attività sociali, culturali, fanno corsi di lingue, si iscrivono a corsi universitari, fanno attività fisica, sono parte del volontariato, insomma vogliono essere cittadini in piena attività avendo peraltro tempo libero a disposizione.

Dobbiamo pertanto continuare nella nostra azione tradizionale verso gli anziani ma dobbiamo dedicare la nostra attenzione verso gli anziani che si vogliono impegnare con più protagonismo nel sociale.

La linfa del nostro fare deve essere sostenibilità e partecipazione e realizzazione concreta di progetti di proselitismo.

Il nostro fare nel sociale ed a difesa dei diritti degli anziani deve essere supportato dal proselitismo.

Gli iscritti nella nostra regione e nelle nostre città diminuiscono ogni anno nonostante il grande impegno quotidiano, di cui vi sono immensamente grato, che dedicate alle nostre sedi.

Quest’anno sono state fatte più deleghe degli anni scorsi e tuttavia sono aumentati anche il numero dei coloro che sono passati ad altra vita e coloro che hanno prodotto revoca al nostro sindacato.

Se si vuol vedere il bicchiere mezzo pieno si può dire che è iniziato un trend meno negativo, tuttavia non ci può soddisfare.

Questo tendenziale miglioramento dei dati rispetto al 2023 è merito in primo luogo del vostro fare, del contributo importante degli operatori CAF che ringrazio per una diversa e migliore sensibilità e disponibilità manifestata verso la nostra Federazione.

Le Inas romana e reatina si sono riorganizzate ed iniziano a fornire migliori apporti al nostro proselitismo. La carenza di operatori e di presenze territoriali limitano allo stato attuale la risposta al nostro proselitismo.

Su questo tema sulla base di un rinnovato accordo collaborativo con l’Anteas abbiamo trovato delle sinergie utili avvalendosi dell’apporto di due giovani ragazzi che danno il loro contributo in due RLS romane dove avevamo più necessità organizzative.

Nel prossimo quadriennio che abbiamo di fronte dobbiamo fare di più. Migliorando la nostra azione e trovando più collaborazioni che ci aiutino nel cammino e nel perseguire gli obiettivi di crescita.

Nella comunicazione rendendola più efficace e semplice da rivolgere sia all’interno che all’esterno verso i cittadini facendo conoscere la nostra importante funzione.

Con la formazione mirata, concreta e continua basata su esperienze e buone pratiche che consentano di immagazzinare competenze da mettere in campo per migliorare il nostro tradizionale apporto operativo ma anche essere attore dei cambiamenti nella nostra comunità e renderla più inclusiva.

Naturalmente le RLS sono il luogo fondamentale della attività della nostra Federazione.

Debbono essere delle comfort zone, luoghi accoglienti, punti di ascolto e di diffusione della mission   della nostra Federazione.

Noi come sapete, per le esigenze delle sedi abbiamo messo in campo ogni nostra risorsa perché   interpretiamo ciò, come nostro precipuo compito al vostro servizio.

Gli attori principali sarete voi ed altri collaboratori, dovrete curare il rapporto con gli iscritti, interpretare i bisogni delle persone e le esigenze del territorio e poterli sviluppare nella contrattazione sociale per una società più inclusiva.

Occorre una proposta associativa per il nostro territorio e per l’intera Regione nello spirito della confederalità che determini sinergie vere e concrete con le categorie e con tutti i servizi della Cisl per realizzare la continuità associativa liberandola anche dai lacci e lacciuoli dei dati degli iscritti appartenenti alle singole federazioni che impediscono o rallentano i processi di proselitismo della FNP.

Ne consegue altresì, che per realizzare il progetto di che trattasi, che deve riguardare anziani attivi e giovani volenterosi deve essere supportato da risorse umane e finanziarie e che a tale riguardo sono sicuro che la nostra FNP nazionale non ci farà mancare il proprio sostegno.

Concludo la mia relazione cari Amici, non con una frase di un personaggio illustre ma al contrario con il motto delle persone efficienti che ci deve ispirare.

“Si deve passare dalla riflessione all’azione, dal dire al fare”.

Grazie!

 

Ufficio Stampa Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti