“Siamo fiduciosi che al tavolo di confronto sulla previdenza fissato per domani al Ministero del Lavoro sarà possibile iniziare un percorso di vera riforma del sistema previdenziale nella direzione di una maggiore equità. È necessario rendere più flessibile la possibilità di andare in pensione con regole che possano contare su di una certa stabilità e non solo con provvedimenti a scadenza annuale come è accaduto negli ultimi anni. Colpisce leggere che la Francia si appresta ad una riforma per innalzare il requisito alla pensione a 64 anni dal 2030, mentre l’Italia da anni prevede l’età della pensione di vecchiaia a 67 anni”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga.
“Cercare di arrivare a un una maggiore flessibilità per andare in pensione non può essere considerato un privilegio perché con il sistema contributivo con cui si calcolano oramai tutte le pensioni i lavoratori fanno attente valutazioni di convenienza e lo dimostra anche il fatto che il numero di chi ha utilizzato provvedimenti come quota 100 o 102 è molto più basso di quanto preventivato in sede di valutazione dei costi.
La riforma del sistema non si ferma però alla flessibilità, bisogna tutelare maggiormente le donne che sono state particolarmente penalizzate e recuperare una possibilità di uscita con opzione donna con 58/59 anni superando gli attuali condizionamenti.
Serve, poi, riconoscere a livello previdenziale i lavori di cura in ambito familiare e allargare le possibilità di pensionamento per chi svolge lavori gravosi e usuranti.
L’Ape sociale dovrà essere allargata a nuove categorie di gravosi e dovrà essere resa strutturale. È inoltre importante arrivare a definire una pensione contributiva di garanzia per i giovani che hanno avuto carriere di lavoro frammentarie e sostenere in modo più incisivo lo sviluppo della previdenza complementare. Maggiore attenzione deve essere rivolta anche a chi è già in pensione.
Alzare l’importo della cosiddetta quattordicesima per i pensionati e allargarne la platea di riferimento è secondo noi un modo corretto per sostenere le pensioni di importo più basso ed è necessario recuperare meccanismi di indicizzazione capaci di tutelare il potere di acquisto di tutti i pensionati”.
Fonte: cisl.it