La spesa per il reddito di cittadinanza è in netto calo. Ma il calo è cominciato prima della riforma/abolizione del governo Meloni. Contesatualemte a questa riduzione, si è registrato un costante aumento della spesa per il sostegno alle famiglie. I dati arrivano dal Rendiconto sociale Inps per il 2022 a cura del Consiglio d’indirizzo e vigilanza dell’Istituto. Secondo il report, la spesa per il Reddito e la Pensione di cittadinanza ha visto tra il 2021 e il 2022 una riduzione del 9,4%, passando da 8,8 miliardi a 8 miliardi di euro. Un rilevante incremento, come detto, si osserva negli interventi a favore della famiglia, con l’introduzione dell’Assegno Unico, che ha visto coinvolti complessivamente 6 milioni e 228 mila nuclei familiari, rispetto ai circa 2 milioni e mezzo interessati all’Assegno al Nucleo familiare nel 2021. In termini economici il fenomeno è altrettanto evidente, essendo la spesa per il sostengo alle famiglie passata complessivamente, sommando Au e Anf, da 6,6 miliardi di euro del 2021 a 16,3 miliardi di euro nel 2022. In questo periodo, tenuto conto dell’evoluzione della normativa, si registra inoltre un incremento della fruizione dei congedi parentali e di paternità.
Dal report Inps arrivano anche dati significativi sulla previdenza, che confermano l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie italiane, legato al boom dell’inflazione, partito con la guerra in Ucraina. La spesa per le pensioni, nel 2022, è infatti cresciuta in termini nominali del 3,8%, valore nettamente inferiore al tasso di inflazione registrato nell’anno (8,1%).
Non solo. Si fa sentire la stretta sulle regole per uscire dal mercato del lavoro. Le pensioni previdenziali complessivamente liquidate nel 2023 sono state 28.375 in meno rispetto all’anno precedente (-3,1%). Quota 102, che è subentrata nel 2022 a Quota 100, ha visto un numero di domande accolte del tutto irrilevante (5.843) rispetto alla precedente misura.
Nel presentare il rendiconto annuale, Roberto Ghiselli, presidente del Civ Inps, ha sottolineato l’importanza dei patronati, dei sindacati e dei corpi intermedi in genere. “Presa in carico dei bisogni, proattività, rete qualificata con i soggetti partner rappresentano le linee guida a cui tendere per un Istituto sempre più efficiente e vicino alle necessità attuali e future del Paese – ha detto Ghiselli -. In questa prospettiva i Patronati e gli intermediari accreditati rappresentano degli interlocutori fondamentali sia per l’attività sino ad ora svolta sia per l’evoluzione qualitativa della interrelazione che è opportuno sostenere. Per dare un’idea più precisa, su 17,3 milioni di pratiche giunte all’Inps nel 2022, più della metà (9,3 milioni) sono state presentate dai Patronati”. Con questi importanti interlocutori, come anche con le organizzazioni sindacali di categoria, ha spiegato Ghiselli, “il Civ ha garantito e garantirà un confronto costante e preventivo rispetto ai più importanti atti che è chiamato a adottare”. Nel momento in cui l’Istituto sarà sempre più in grado di garantire in maniera proattiva o automatica alcune prestazioni più semplici, secondo il presidente del Civ, “il ruolo dei Patronati e degli intermediari accreditati sarà ancora più importante nella gestione delle attività più qualificate e complesse”.


Fonte: conquistedellavoro.it