La legge di stabilità presentata due giorni fa dal governo è da considerare come un punto di partenza, e non certo di arrivo, per rispondere ai bisogni dei nostri pensionati. Seppure in linea con le richieste della Fnp e della Cisl per dare un aiuto a famiglie, giovani e anziani, c’è bisogno di uno sforzo maggiore, soprattutto per ciò che riguarda le pensioni, punto sul quale sembrano presenti misure ancora troppo restrittive che accolgono solo in parte quanto richiesto dalla Fnp Cisl.
La scelta di modificare il meccanismo di uscita delle donne dal mondo del lavoro attraverso interventi di revisione dell’Ape sociale e di Opzione donna, così come prospettato dal governo, se fosse confermata non andrebbe nella direzione presentata dal sindacato per andare incontro alle situazioni di difficoltà delle donne nel mondo del lavoro, e per le quali si rendono necessarie misure che permettano loro di andare in pensione senza essere penalizzate.
Ciò che abbiamo più volte richiesto al governo era che si mettesse mano ad un riordino complessivo dell’intero sistema previdenziale, con interventi che andassero a risolvere tutte quelle situazioni di iniquità, ereditate dalla legge Fornero, che al momento lo contraddistinguono.
In particolare, noi come Fnp contestiamo il meccanismo attuale di indicizzazione delle pensioni per fasce di importo, che premia le pensioni più basse, preserva la rivalutazione piena per gli assegni di importo fino a 4 volte il minimo e riduce progressivamente l’indicizzazione di tutti i trattamenti superiori, determinando così una perdita permanente del potere d’acquisto dei redditi da pensione medio-alti con un’inflazione che il Paese non vedeva da decenni.
Si tratta di uno schiaffo in faccia a chi i contributi li ha versati davvero e per tanti anni.
La rivalutazione delle pensioni rappresenta il contratto di lavoro dei pensionati per cui non possiamo più accettare che ogni volta si faccia cassa su di loro per recuperare risorse.
Indicizzare le pensioni al costo della vita è un diritto da difendere strenuamente, opponendosi ad ogni tentativo di cambiare le carte in tavola, per garantire la tutela del loro potere d’acquisto e poter rispondere così a un’inflazione speculativa che non dà tregua e che aggrava ulteriormente la condizione di vita dei nostri pensionati che sono tra i più tassati in Europa e che, per il 30% circa, percepiscono pensioni sotto i 1000 euro lordi.
Oltre a questo, è necessario che governo e Parlamento intervengano con misure per incentivare l’adesione alla previdenza complementare, così come risulta indispensabile adoperarsi per permettere ai nostri giovani di costruirsi una pensione contributiva di garanzia per poter far fronte a carriere precarie e discontinue, argomento questo che porta verso un altro passo importante per lavoratori e pensionati: la previsione di efficaci meccanismi di flessibilità per uscire dal mercato del lavoro, come 41 anni di contributi a prescindere dall’età, e la possibilità di andare in pensione a partire da 62 anni, come richiesto dalla nostra confederazione.
Di fronte a tutto questo, nella manovra che il governo si appresta a varare vengono annunciati provvedimenti che accolgono solo in parte le nostre richieste che partivano da un assunto principale, ossia il riordino della legge Fornero, e la netta separazione tra previdenza e assistenza di cui non esiste traccia, allo scopo di garantire equità e sostenibilità del sistema pensionistico anche nei confronti dell’Europa. Inoltre la Cisl ha più volte esplicitato l’auspicio che si rendesse strutturale uno strumento per il quale ci siamo battuti tanto, come l’Ape sociale. Invece, scopriamo che sarebbero previste misure per sostituirlo con un Fondo nel quale confluirebbe anche Opzione donna.
Sono mesi che incalziamo il governo con le nostre priorità sulla Legge di Bilancio e oggi vediamo “luci sociali” non indifferenti che recepiscono alcune nostre richieste ma anche criticità da modificare, quasi tutte da attribuire alla coperta corta.
Ora aspettiamo di leggere i particolari della manovra ma ci appelliamo da subito al governo e al Parlamento nella speranza ci sia ancora tempo e spazio per trovare insieme soluzioni capaci di contemperare l’esigenza di fare i conti con le risorse disponibili e rispondere ai bisogni impellenti di pensionati e lavoratori prossimi alla pensione.
Emilio Didonè
Segretario generale Fnp Cisl
Fonte: conquistedellavoro.it