“Sarebbe molto importante una convergenza del mondo del lavoro su una grande manifestazione unitaria di sabato che punti a incalzare il Governo sulle misure correttive e le Imprese su un modo aggiornato di intendere le relazioni industriali”. E’ quanto ha sottolinato il leader della Cisl Luigi Sbarra intervistato stamani da Sergio Luciano sull’emittente “Giornale Radio”. “Non e’ certamente la manovra economica che la Cisl avrebbe voluto ma il mestiere di sindacalista, per quanto ci riguarda, non contempla vendere sogni ma fare i conti con la realtà, per portare a casa il massimo possibile nelle condizioni date” ha aggiunto Sbarra. “Il limite principale da cui discendono tutti gli altri è una cubatura che lascia fuori forti ambizioni anticicliche. Tutto è delegato alla messa a terra del Pnrr, rispetto al quale diventa ancora più importante accelerare in modo partecipato, con il coinvolgimento delle parti sociali in ogni territorio. Stante questo quadro, bisogna anche dare valore alle cose che ci siamo conquistati. Va infatti sottolineato che ben l’85% dei 24 miliardi individuati vanno su misure di coesione sociale, incentivi e sostegni fiscali al lavoro, alle pensioni e alle famiglie medie e popolari. Provvedimenti fortemente voluti dal sindacato, e conquistati con i negoziati di questi mesi con Palazzo Chigi e con i ministri del Governo”, ha aggiunto Sbarra.
“Questo non vuol dire ovviamente che non vediamo anche pesanti ombre nella manovra, soprattutto nella parte relativa alle pensioni. Consideriamo sbagliata e irricevibile l’operazione di stringere le maglie a quote 103, così come ridurre aliquote e rendimenti per i lavoratori pubblici della sanità, degli enti locali, degli operatori sanitari, delle insegnati di asilo e delle maestre delle scuole paritarie. Non ci piace questo incremento dell’importo minimo per l’anticipo della pensione contributiva da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, le restrizioni di accesso ad Ape Sociale e Opzione Donna. Sul piano fiscale rivendichiamo la detassazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati e abbiamo chiesto di rafforzare ulteriormente le dotazioni per il sistema salute e per il pubblico impiego”.
“Rispettiamo le decisioni degli altri sindacati”. ha sottolineato il numero uno Cisl. “Ma lo sciopero generale per noi è e resta “l’ultima spiaggia’ della lotta sindacale. Ed oggi non ci sono elementi che ne giustifichino l’impiego. I passi avanti fatti nel negoziato vanno valorizzati, impongono proporzionalità nell’articolazione delle misure da mettere in campo per rilanciare la politica di sviluppo del Paese. La mobilitazione generale caricherebbe sulle tasche dei lavoratori sacrifici, incendierebbe i rapporti industriali su questioni che nulla hanno a che fare con il mondo delle imprese. Dobbiamo migliorare i contenuti della Manovra ma non solo” ha concluso Sbarra.
Fonte: cisl.it