Oltre 2000 partecipanti provenienti da oltre 160 Paesi, tra cui oltre 20 capi di Stato e di governo, al Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite che si tiene presso la sede della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura a Roma. Per raggiungere l’obiettivo “Fame Zero”, da qui al 2030, secondo l’Agenzia dell’Onu Ifad, sono necessari 400 miliardi di dollari aggiuntivi l’anno di investimenti nei sistemi alimentari. Al momento ci sono ancora 43 milioni di persone rischiano di morire per mancanza di cibo, mentre quelle che sono in crisi alimentare sono tra i 691 e i 783 milioni, 122 milioni in più rispetto al 2019. L’Italia ha il ruolo non solo di nazione ospite, ma anche organizzatrice e promotrice dell’evento.
Tra i temi affrontati il rapporto tra cambiamento climatico e sistemi alimentari, la denutrizione e le malattie legate alla cattiva nutrizione, che riguardano anche il nostro Paese. Obiettivo dei lavori è richiamare l’attenzione sulla sicurezza alimentare, “una crisi a livello planetario” e sulla necessità del coinvolgimento non solo dei Governi ma anche dei Parlamenti nella cooperazione internazionale. “La sicurezza alimentare è un passaggio fondamentale del cammino per garantire sviluppo e crescita economica e per dare alle persone la possibilità di rimanere nella loro terra”, ha precisato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha anche ribadito che la sicurezza alimentare sarà una priorità nell’agenda del G7 del 2024.
Intanto volano i prezzi del cibo in tutto il mondo, ma ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 21% in meno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione del Food Summit Onu sulla base alle quotazioni dell’indice Fao; a giugno rispetto allo stesso periodo del 2022 si regitrano cali del 22% per il latte alla stalla e del 24% per i cereali nei campi. Tutto questo mentre cresce l’inflazione alimentare dal +6,7% in Usa al +13,8% nell’Unione Europea, dove in Italia l’incremento è stato dell’10,7%; ma la situazione più difficile è nei Paesi poveri con balzi del 48% in Burundi, del 49% del Pakistan fino al 2% del Ghana. Il risultato è che dilaga la fame nel mondo che nel 2022 ha colpito 735 milioni di persone. Una situazione di insicurezza alimentare che colpisce più chi vive nelle zone rurali, con il paradosso che chi produce cibo non è in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia.
E proprio per combattere questa anomalia è nata la World Farmers Markets Coalition, un sostegno per i favorire reddito ed occupazione e combattere la fame; tra le organizzazioni fondatrici per l’Italia ci sono Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. L’Italia, ricorda la Coldiretti, tra l’altro, è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15 mila agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Contadini che grazie al loro lavoro, salvano dall’estinzione tanti prodotti esposti alla mostra mercato “internazionale” di Campagna Amica in occasione del Food Summit Onu. Si va dal Maca negra peruviano usato come afrodisiaco all’olio di Perilla della Corea del Sud, dalla gelatina d’erba taiwanese ai tartufi di mare del Canada fino al miele di Tupelo georgiano.
Fonte: conquistedellavoro.it