“Alcune notizie di stampa riferiscono che è allo studio la possibilità di superare il vincolo del limite di servizio per i dipendenti pubblici. Oggi, infatti, per effetto dei tetti alla spesa delle pubbliche amministrazioni in vigore da molti anni, il dipendente pubblico che compie 67 anni oppure 65 anni con 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne, è obbligato a cessare dal lavoro. Requisiti diversi sono previsti per medici, magistrati, professori universitari, settore sicurezza. La proposta può essere interessante nella misura in cui venga lasciata al dipendente la libertà di scegliere”, sottolinea il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga. “Un’iniziativa di questo tipo potrebbe essere utile per non disperdere professionalità ancora in grado di dare un contributo alle istituzioni e al Paese. In nessun caso deve essere introdotta una qualche forma di vincolo o di penalizzazione. Si tratta in ogni caso di una proposta che dovrebbe essere oggetto di un confronto con i sindacati nell’ambito di un tavolo che affronti le varie questioni della previdenza. La CISL sollecita quindi il Governo a convocare al più presto un incontro in vista dell’imminente legge di bilancio e anche in considerazione delle numerose fughe di notizie che abbiamo visto rincorrersi quest’estate sulle pensioni sugli organi di stampa. Allo stesso tempo, non dovranno essere rallentati i processi di integrazione di nuove risorse della PA. Per la Cisl rimangono ferme le proposte della piattaforma sindacale più volte sollecitate in materia di flessibilità in uscita, pensione di garanzia per i giovani, previdenza delle donne e lavoro di cura, misure volte alla tutela dei lavoratori esposti a professioni gravose, previdenza complementare e rivalutazione delle pensioni in essere”.
Fonte: cisl.it