“In attesa di poter fare una valutazione più compiuta alla luce dell’analisi del documento definitivo, la CISL prende atto della scelta e delle motivazioni del Governo nel presentare un DEF senza previsioni programmatiche, considerato il delicato momento di passaggio da un vecchio a un nuovo Patto di stabilità con nuove regole e nuove procedure non ancora definite. E’ importante, quindi, che l’Esecutivo abbia concordato questo passaggio con l’UE, per evitare che la mancata presentazione dei dati programmatici producesse problemi sui mercati”. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga. “Sebbene la previsione di crescita del PIL nel 2024 dell’1% appaia ottimistica rispetto a quanto indicato da alcuni previsori istituzionali, vediamo tuttavia che altri (ultimo REF con +0,9) si avvicinano al dato del Governo, attestando un obiettivo che non appare quindi fuori portata anche alla luce degli stessi dati dei bonus edilizi. Si può immaginare, quindi, che il boom di spesa improvvisa nel quarto trimestre 2023 si possa riflettere sulla crescita dei primi trimestri del 2024. La CISL prende atto con soddisfazione che il Governo attraverso il DEF confermi l’intenzione di rinnovare nel 2025 il taglio del cuneo. Per la nostra Organizzazione trattasi di uno strumento essenziale per la difesa delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. In proposito, manteniamo la richiesta di renderlo strutturale e in quest’ottica di pensare a forme ulteriori di finanziamento del welfare allo scopo di non abbassare la guardia sul sostegno alle grandi infrastrutture sociali fra le quali la sanità, l’istruzione, il sociale e la previdenza. Il taglio dell’Irpef per i lavoratori dipendenti e i pensionati, in particolare per i redditi medi, deve essere un altro obiettivo del Governo per il 2025, attivando un serio confronto sulla riforma fiscale con le parti sociali, dialogo che finora è mancato. In particolare, insistiamo sulla necessità di indirizzare le risorse che provengono dalla lotta all’evasione, dal concordato fiscale, dal taglio della spesa improduttiva, per ridurre il peso fiscale a carico della classe media che sopporta da anni la maggiore imposizione tributaria nel Paese. Per la Cisl questo rimane un obiettivo primario. Sul fronte della lotta all’inflazione, la sua riduzione ha impatti certamente positivi ma anche aspetti problematici. E’ positivo che si riduca fortemente il fiscal drag sulle buste paga e sulle pensioni, ma diminuisce l’effetto favorevole sul rapporto debito/Pil dovuto alla crescita del Pil nominale. In tale scenario anche la CISL auspica una rinnovata politica monetaria della Banca centrale, attraverso una veloce diminuzione dei tassi d’interesse.
Importante, infine, procedere con la messa a terra degli investimenti del PNRR, su cui insistere quale fondamentale volano per lo sviluppo del Paese, considerato che la sua crescita economica e la sostenibilità del debito pubblico dipendono, inequivocabilmente, dalla concreta ed efficace realizzazione del Piano”.


Fonte: cisl.it