“Abbiamo messo in campo due giornate di mobilitazione nazionale sui luoghi di lavoro, nelle città, per sostenere le ragioni ed i contenuti della nostra proposta di Legge di iniziativa popolare sulla partecipazione e sulla democrazia economica”. E’ quanto ha dichiarato il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra stamani ai microfoni di Rai News24 in merito alla mobilitazione della Cisl sulla proposta di iniziativa popolare sul tema della partecipazione e sulla ‘Festa della Partecipazione’. Il 13 e 14 ottobre con assemblee nei luoghi di lavoro e incontri in piazza. “Stiamo registrando tanta adesione, tanta disponibilità, pensiamo sia maturo il tempo a 75 anni della carta costituzionale di dare una spinta e una accelerazione all’attuazione dell’articolo 46 che assicura il diritto delle persone nei luoghi di lavoro a collaborare, a partecipare, a dare un contributo per alzare produttività, competitività, crescita e sviluppo. Oggi la partecipazione secondo noi incrocia le grandi sfide che il Paese ha davanti. Attraverso la cultura partecipativa possiamo aspirare a far crescere e a far aumentare salari e retribuzioni, ad imprimere una forte accelerazione sulla qualità sulla stabilità del lavoro, sugli investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Possiamo recuperare produttività per poterla redistribuire, possiamo frenare processi di delocalizzazione ed atti di pirateria industriale. In una parola per noi oggi la cultura partecipativa nei luoghi di lavoro rappresenta una vera grande riforma istituzionale che vogliamo sostenere attraverso il contributo generoso e responsabile dei lavoratori e delle lavoratrici”.

Inevitabile un commento sul tragico attacco di Hamas ad Israele ed anche sulla manovra economica che guardando a quanto sta accadendo in Medio Oriente potrebbe essere più complessa come ha fatto intendere il Ministro dell’Economia, Giorgetti: “Un attacco stragista finalizzato a destabilizzare il dialogo e far precipitare nel caos i movimenti moderati palestinesi” ha commentato Sbarra ribadendo come l’obiettivo di ‘due popoli due stati’ resti “un obiettivo quanto mai necessario anche se dopo questa operazione terroristica questa prospettiva si allontana. Uno uno dei primi effetti è proprio questo. Ecco perché bisogna inseguire questa prospettiva di un accordo che riconosca autonomia, sicurezza dei popoli e soprattutto che eviti di avere come interlocutore il terrorismo di Hamas” ha detto.
Quanto alla manovra economica del Governo, anche in vista dell’incontro che si terrà venerdì a Palazzo Chigi il leader della Cisl ha sottolineato: “Abbiamo davanti un quadro economico e finanziario con risorse limitate e questo impegna Governo e forze politiche ad assumersi le proprie responsabilità nel definire le scelte, le priorità e i contenuti della prossima legge di stabilità. Noi guardiamo ad una impostazione di politica economica e finanziaria che faccia leva sulla crescita, sul rilancio degli investimenti pubblici e privati, per la qualità e la stabilità del lavoro. Servono politiche nazionali che assicurino coesione sociale. Per noi diventa importante rilanciare gli investimenti, darsi una visione nuova di politica dei redditi che aiuti a contrastare inflazione, carovita, per salvaguardare i redditi delle famiglie, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Nel merito pensiamo sia urgente, necessario, assicurare la proroga e la continuità del taglio contributivo sui redditi da lavoro, assicurare la piena indicizzazione, perequazione delle pensioni, rinnovare i contratti pubblici, operare un forte, deciso investimento sul Fondo Sanitario Nazionale e poi dobbiamo restituire il drenaggio fiscale azzerare la tassazione sui premi di risultato, sugli accordi di produttività, sugli accordi di welfare che noi dobbiamo allagare anche ai settori pubblici. Serve sostenere la famiglia: congedi parentali, rafforzamento dell’assegno unico. Su tutto questo misureremo i contenuti della prossima legge di stabilità e con questa declinazione ci presenteremo venerdì al confronto con il governo.

Alla domanda relativa all’invito rivolto a Cisl e Uil da Maurizio Landini ad una mobilitazione unitaria sulle politiche economiche del Governo Sbarra ha osservato: “Cgil, Cisl e Uil si sono mobilitati unitariamente per due mesi, aprile e maggio con l’obiettivo di aprire e far ripartire il dialogo e il confronto con il Governo su alcune nostre priorità: pensioni, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, politiche sanitarie, pubblico impiego, infrastrutture. Noi pensiamo che oggi sia il tempo di arrivare al tavolo con proposte precise nella prospettiva di assicurare nella legge di stabilità risultati per le persone che noi rappresentiamo. A Landini dico che il sindacato confederale italiano ha come patrimonio e come ricchezze il pluralismo ed anche sensibilità sociali diverse. A Landini mesi fa ho detto se era pronto ad un confronto che mettesse in campo una proposta unitaria senza pregiudizi o richiami ideologici per sfidare il Governo e le controparti private sul tema di un nuovo Patto Sociale che mettesse al centro crescita, investimenti, produttività, taglio delle tasse, necessità di cambiare le pensioni. Se Landini è disponibile a mettere a frutto la rappresentanza, la competenza, la disponibilità del suo sindacato per sostenere insieme un grande Patto sociale da negoziare con Governo e Associazioni datoriali, la Cisl è pronta”.

Salario minimo e lavoro povero? “Su questi temi il ragionamento della Cisl è semplicissimo: in Italia serve un salario minimo, un salario dignitoso, un salario massimo possibile. Facciamolo attraverso i contratti, restando dentro la cornice di riferimento della Direttiva dell’Unione Europea. La nostra proposta è semplice: prendiamo a riferimento i trattamenti economici complessivi, dei contratti prevalenti, di quelli più applicati e più diffusi e facciamoli diventare riferimento per i settori o anche per quei piccoli spazi di attività economiche dove la contrattazione non arriva ed anche per sconfiggere i contratti pirata. Ecco perché da questo punto di vista confermo la disponibilità a ricercare una soluzione che resti dentro il perimetro delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva. Poi mi lasci dire che discutere di lavoro povero è cosa ben più larga. Noi dobbiamo trovare le cause dove si annida tanta povertà lavorativa, che rientra negli stage, nei tirocini extracurriculari, nell’eccessivo part time involontario dove il problema non sono i minimi tabellari, ma le poche ore lavorate. Bisogna stanare le false partite iva, le false cooperative spurie. Apriamo una grande discussione in questo paese sulle cause di tanta povertà lavorativa ma non distruggiamo un patrimonio di relazioni sindacali e contrattuali che rimane unico in Europa”.

 

Fonte: cisl.it