Sono soprattutto anziani e sulle strisce: nel 2023 il 60% dei pedoni aveva più di 65 anni

“Più di un morto al giorno, uno ogni 22 ore: un trend che non cala negli anni. Il record negativo degli ultimi 5 anni si è registrato nel mese più breve, febbraio, in cui ci sono stati 42 decessi. I dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Asaps, l’Associazione degli amici della Polizia stradale. Solo nell’ultima settimana ci sono stati 10 incidenti fatali.

Questi dati, aggiornati in tempo reale, sono sottostimati perché non conteggiano i decessi che avvengono più di trenta giorni dopo gli incidenti, anche se la morte della persona investita è dovuti alle conseguenze dell’impatto. Il numero più alto di decessi si registra in Lombardia (46), seguita da Lazio (35) e Campania (34). Dove? Molto spesso sulle strisce pedonali: ricordo a Milano, nel 2023, ha perso la vita un uomo di 48 anni investito e ucciso da un autobus pubblico mentre attraversava la strada sulle strisce. A questo fenomeno si unisce quello dei ciclisti: nel 2023 a morire sul sellino sono state 212 persone, mentre nel 2024, fino a ora, se ne contano già 136. La regione con il tasso più alto di mortalità è anche in questo caso la Lombardia (25 ciclisti), stando ai dati messi a disposizione dall’Osservatorio Ciclisti Asaps. Anche in questo caso nei primissimi mesi si è registrato il numero più alto di decessi degli ultimi sei anni: a gennaio ci sono state addirittura 18 vittime.

Bisogna tenere però conto che nel 2018 i morti erano stati ben 612, nel 2023 invece 485. L’aumento di questi ultimi mesi, dunque, va inquadrato in una tendenza sul lungo periodo che mostra una diminuzione degli incidenti fatali, anche se la situazione è ben lontana dall’essere accettabile. Ad aggravare il quadro c’è il fatto che, come detto, la maggior parte degli incidenti avviene sulle strisce pedonali all’interno dei centri urbani.

Da qualche anno, inoltre, si devono conteggiare anche gli incidenti che coinvolgono gli utenti di monopattini elettrici, da ultimo quello che ha riguardato una ragazza a Foggia con tragiche conseguenze. Gli incidenti stradali con lesioni a persone che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 2.929 nel 2022. In quasi tutti i casi sono state riportate lesioni dai conducenti e dai passeggeri.

La sicurezza stradale è sempre una responsabilità condivisa che richiede attenzione costante. Una delle possibili soluzioni per ridurre indicenti e morti può essere l’introduzione del limite di velocità di 30 km all’ora, la discussa “zona 30”. Secondo uno studio della Fondazione per la prevenzione degli incidenti Bpa di Berna, il rischio per un pedone di venire ucciso dall’impatto con un veicolo che viaggia a 50 km all’ora è 6 volte maggiore rispetto al caso in cui la velocità è di 30 km all’ora.

Le sperimentazioni in Europa negli anni hanno portato risultati positivi sotto questo aspetto, ma ci sono ancora dubbi sull’impatto ambientale che questa misura può portare. A Graz, in Austria, il limite dei 30km nelle zone urbane risale al 1992, e il numero di incidenti con feriti gravi è del 24% rispetto al totale del Paese. A Helsinki, nel 2019, anno in cui è stato adottato il limite dei 30 all’ora, non si è registrato neanche un decesso tra ciclisti e pedoni. Anche a Bruxelles, che ha la “zona 30” dal 2021, i dati sui pedoni uccisi sono stati i più bassi degli ultimi vent’anni.

Non bastano, però, solo limiti: bisogna infatti che anche la viabilità sia riorganizzata, sia per non congestionare la circolazione, sia per implementare la segnaletica dei passaggi pedonali. Bisogna educare e creare delle coscienze e incidere sui comportamenti: l’irresponsabilità alla guida (alcol, cellulari, velocità eccessiva) è dilagante.

Per la sicurezza sulle strade, poi, risulta importante una segnaletica appropriata, con illuminazioni mirate almeno sulle strisce pedonali che diano visibilità al pedone che ha il diritto di passare ma anche il dovere di porre la giusta attenzione: quanti pedoni usano il telefonino mentre attraversano la strada!

Di fronte a queste situazioni la sola repressione non basta: serve la cultura di informare ed educare, come ad esempio sull’importanza dell’uso del casco o delle cinture di sicurezza, a non usare il cellulare quando si è alla guida, a non mettersi al volante dopo aver bevuto alcol o assunto droghe. E’ necessario, poi, intensificare i controlli delle forze di polizia e dei vigili urbani anche sui veicoli e sulle moto non revisionati o non assicurati, anche attraverso l’utilizzo di webcam e intelligenza artificiale, per fare in modo che le leggi vengano rispettate: mancando la percezione dei controlli la tentazione di infrangere le regole, soprattutto tra i giovani, diventa più forte.

Anche su ciò che riguarda la legge sull’omicidio stradale, il patteggiamento e i riti abbreviati svuotano la legge di significato: serve certezza della pena e velocità della giustizia, e non processi che durano anni e anni.

Bisogna sensibilizzazione tutti sulla cultura dell’informazione, sul rispetto delle regole e sulla necessità di riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni che possono rovinare la vita e il futuro: agire sulle coscienze e sulla responsabilità proprio perchè il 94% degli incidenti avviene per le scelte o gli errori di ciascuno di noi!”

 

Fonte: pensionati.cisl.it