Nel Lazio è il momento della responsabilità, non dello scontro ideologico. E’ il momento del ragionamento finalizzato alle soluzioni, non della voglia di buttarla nel caos per avere qualche “like” in più. Sulla delicata questione del reddito di cittadinanza ha perfettamente ragione il nostro segretario generale della CISL nazionale Luigi Sbarra, secondo il quale “serve tanta responsabilità” perché “Governo, Regioni e Comuni devono collaborare per assicurare una gestione adeguata di questa transizione. Ecco perché la priorità non può non essere che quella di rafforzare servizi e risorse per le famiglie povere, le persone fragili, gli occupabili. E’ necessario un grande investimento sulle politiche attive, per accompagnare chi può lavorare da logiche di sussidio ad una occupazione dignitosa. Il reddito di cittadinanza ha funzionato bene come misura di contrasto alla vera povertà, ma è stato un fallimento sulla partita della generazione di nuove opportunità di lavoro. Per questo è irrinunciabile rilanciare i servizi per l’impiego collegandoli alle Agenzie per il lavoro, ma anche al sistema delle imprese, alla scuola e al territorio. Esattamente quello che come Cisl Lazio stiamo facendo. Infatti abbiamo avviato un confronto già da qualche tempo con la Regione, con la Giunta Rocca e l’Assessore Schiboni, per il potenziamento della rete regionale dei servizi per il lavoro e della formazione. Questo fa un Sindacato che vuole risolvere i problemi. A convogliare la rabbia ci vuole poco, ma non è quello che serve in questo momento nel nostro territorio. Esattamente perché siamo consapevoli che snodi cruciali come i Centri per l’impiego vanno assolutamente potenziati sia in termini di presenza di personale che in termini di riorganizzazione ottimale dell’accoglienza dei disoccupati e qualità dell’assistenza erogata a chi cerca lavoro in un momento di transizione. Poi deve generare effetti positivi il programma GOL sul quale il confronto con la Regione Lazio è continuo. Nel Lazio ci sono 120.826 nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza. L’importo medio dell’assegno è di 569,03 euro al mese. Il fatto è che 71.251 famiglie, con l’entrata in vigore delle nuove norme, sono destinate a perdere il sussidio. Come si risponde davanti ad uno scenario del genere? Per la Cisl la sfida vera del nostro tempo è quella sulle competenze da un lato ed il rafforzamento delle misure di welfare sociale dall’altro. Sostegno, formazione continua, crescita delle competenze sono gli elementi che devono consentire di non lasciare nessuno indietro. Ricordando sempre che la persona va messa al centro. Non possiamo dimenticare le tante emergenze che ci sono di questi tempi, anche e soprattutto nel Lazio: il lavoro povero, la precarietà diffusa, le criticità che riguardano il lavoro delle donne e dei giovani, la mancanza di occupazione stabile. Servono altresì una nuova politica dei redditi, meno tasse sul mondo del lavoro, rinnovo dei contratti pubblici e privati, contrasto alla speculazione e controllo su prezzi e tariffe. Noi continueremo come Cisl Lazio la nostra incessante azione affinché le persone abbiamo un vero reddito da lavoro”.
Fonte: cisl.it