Benino per crescita del reddito disponibile delle famiglie tra il 2019 e il 2022 a prezzi correnti. Male invece se si guarda al reddito pro capite assoluto delle stesse famiglie. Parliamo di Roma, della Capitale d’Italia e della recente analisi del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne e Unioncamere.
Partiamo dai dati: nella graduatoria, in base alla variazione percentuale a prezzi correnti del reddito disponibile tra il 2019 e il 2022, al primo posto c’è Caserta con il 14,2% di variazione positiva. Latina è settima: +11,8%. Frosinone con una variazione di +11,2% è dodicesima. Poi c’è Rieti, in diciannovesima posizione con +10,4%. Al quarantaduesimo posto Viterbo: +9,2%. Roma è in cinquantottesima posizione: +8,1%. Sicuramente, come analizza il Centro Studi Tagliacarne, sono dati che disegnano un Paese meno diseguale rispetto alla geografia che ci consegna la distribuzione del Pil. Anche per la crisi che ha investito molte province del Centro-Nord.
Ma è il dato del reddito disponibile pro capite quello che individua maggiormente la situazione. In quella classifica al primo posto troviamo Milano con 32.855,3 euro, Bolzano con 27.956,6 euro, subito dopo Monza e Brianza con 27.519,8 euro pro capite. Il predominio del Nord è totale. Roma è al dodicesimo posto con 24.581,1 euro. Non si può non essere preoccupati perché significa che il divario del potere d’acquisto reale, considerando soprattutto i processi inflattivi in atto, rimane enorme. E senza una crescita della base produttiva, e soprattutto con la partecipazione dei lavoratori agli utili ed alla gestione delle imprese, non sarà mai possibile effettuare il salto di qualità. Un salto di qualità che può avvenire con una maggiore occupazione ma anche con una migliore retribuzione, poichè il fenomeno della precarietà dilaga ed anche perché le famiglie che sono in condizioni di difficoltà, pur avendo una persona che lavora, continuano ad aumentare. Ed è questa la sfida che la Cisl, da anni, sta portando avanti.
Ed è per questo che siamo sempre più convinti che la riduzione della pressione fiscale rappresenti l’elemento fondamentale della nostra azione, che può fare la differenza, in questa fase storica così complicata. Ci riferiamo alla sottoscrizione con la Regione Lazio, realizzata grazie alla Cisl che è rimasta sempre seduta al tavolo, dell’accordo per la riduzione della pressione fiscale alle persone e alle famiglie con redditi fino a 35.000 euro. Vuol dire che invece del 3,33%, pagheranno l’1,73% di addizionale regionale Irpef. Il fondo taglia tasse riguarderà quasi due milioni di contribuenti. E nel 2024 il confronto dovrà essere continuo, sistematico e incisivo. L’obiettivo è sostenere ed aumentare il potere di acquisto e il reddito dei pensionati e dei lavoratori. Questa è una base di partenza solida e concreta, sulla quale costruire un’azione di rilancio produttivo ed occupazionale, associato alla proposta della Cisl sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa. Ora è il momento di accelerare.
Fonte: cisl.it