Il 10 ottobre 2022 è stato approvato, dal Consiglio dei Ministri, lo “Schema di disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di Politiche in favore delle persone anziane, anche in attuazione della missione 5, componente 2, riforma 2, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti”.

Tale disegno di legge dovrà essere confermato dal nuovo Parlamento.

La brusca conclusione della legislatura rischiava di vanificare tutto il lavoro fatto, a partire dal 2005, da noi insieme alla Cisl, con gli altri Sindacati dei pensionati, con la presentazione della prima proposta di Legge di iniziativa popolare sulla non autosufficienza, a cui è seguito il recente lavoro assieme al Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza che raggruppa 52 organizzazioni del nostro Paese che rappresentano anziani, i loro familiari, i pensionati e i soggetti che offrono servizi.

L’approvazione di questa legge riguarda nel complesso circa 10 milioni di persone tra anziani non autosufficienti, loro familiari e chi li assiste professionalmente; essa rappresenta un atto atteso nel nostro Paese da circa trent’anni, a differenza di molti Paesi europei simili al nostro, in cui esiste già da tempo una Legge quadro sulla materia.

I punti chiave del disegno di legge

In sintesi, questa riforma mira a:

  • superare l’attuale frammentazione degli interventi, per costruire un unico sistema integrato sociale e sanitario della non autosufficienza;
  • riconoscere la tutela della non autosufficienza come responsabilità pubblica e prevedere un finanziamento atto a garantire il diritto all’assistenza, assicurando adeguati livelli essenziali sanitari (Lea) e sociali (Leps) per la non autosufficienza, omogenei su tutto il territorio nazionale;
  • rendere i servizi riconoscibili e facili da raggiungere, attraverso l’individuazione di un Punto Unico di Accesso (PUA) presso la Casa della Comunità;
  • semplificare le modalità di valutazione delle condizioni degli anziani non autosufficienti con un’unica valutazione nazionale, che assorba le diverse valutazioni esistenti e attraverso la quale costruire il progetto di assistenza individualizzato (PAI);
  • puntare su una nuova domiciliarità, appropriata e continua, attraverso risposte unitarie di Comuni e Asl, un mix di prestazioni medico-infermieristico-riabilitative e sociali con un tempo di assistenza adeguato ai bisogni di anziani e familiari;
  • assicurare la qualità degli ambienti di vita, privilegiando modelli amichevoli, domestici e familiari;
  • promuovere azioni facilitanti l’esercizio dell’autonomia e della mobilità nei contesti urbani ed extraurbani, anche mediante il superamento degli ostacoli che impediscono l’esercizio fisico, la fruizione degli spazi verdi e le occasioni di socializzazione e di incontro;
  • riformare l’indennità di accompagnamento;
  • costruire l’intera architettura dei servizi intorno alle famiglie, prevedendo misure assistenziali a domicilio, di durata adeguata, che comprendano anche il supporto psicologico, forme di conciliazione tra impegni di cura e di lavoro e tutele previdenziali e di reinserimento lavorativo dei caregiver;
  • collocare la figura delle assistenti familiari (“badanti”) all’interno dello Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana non Autosufficiente (SNAA), prevedendo incentivi economici per lo svolgimento della loro attività in modo regolare, e mettendo a punto un profilo professionale nazionale e il relativo iter formativo.

Questo Ddl non deve essere considerato un punto di arrivo ma di partenza. Un punto fermo per continuare quel percorso, fin qui seguito, di stretta e preziosa collaborazione tra Fnp e Cisl ma per creare quella sinergia necessaria per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati.

 

Fonte: pensionati.cisl.it