“Grottesco che la lezione sul valore della contrattazione arrivi da chi vuole affidarsi alla politica per le regole sulla rappresentanza e le dinamiche sui salari. E letteralmente ridicolo che la critica sulla partecipazione, sancita dall’Art. 46 della nostra Costituzione, arrivi da chi lancia ogni giorno allarmi sulla tenuta della nostra democrazia. Landini ci ha insegnato che il populismo e la demagogia sindacale creano anche questi surreali cortocircuiti”. Lo afferma in una nota il leader della Cisl Luigi Sbarra. “La libera contrattazione collettiva è calpestata da chi continua a chiedere, come un disco rotto, l’invasione della legge nell’autonomia delle parti sociali, non certo dalla legge di iniziativa popolare presentata dalla CISL, che valorizza a tal punto i contratti collettivi da assegnare loro, dopo settant’anni di attesa, l’agognato adempimento di un principio costituzionale. Ha la memoria corta il sindacato quando dimentica di rappresentare i lavoratori e sceglie di fare politica. La CISL non vuole cadere in questo errore e chiede al Parlamento, con ancora più forza, di approvare la legge sottoscritta da 400mila cittadini che hanno ben compreso ciò che Landini finge di non capire: non con il conflitto ideologico, non con pericolosi richiami alla rivolta sociale, ma solo con il coraggio della partecipazione è possibile elevare il trattamento economico e sociale dei lavoratori italiani. Anche per questo l’11 febbraio daremo vita a Roma a un’assemblea nazionale di quadri e delegati sulla partecipazione. Vogliamo dare vigore a un cammino della responsabilità e accelerare l’approvazione di un provvedimento che deve unire il paese, anche politicamente, su un nuovo modello di sviluppo che dia forte voce ai lavoratori nelle dinamiche di crescita e redistribuzione della ricchezza”.

 

Fonte: cisl.it