Uno sviluppo partecipato, solidale, proiettato verso il futuro, per rendere tutti i territori del Lazio realmente competitivi e attrattivi per gli investitori, cercando di superare quel gap che da sempre inchioda la crescita economica e sociale delle province di Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti. Perché, se è vero che la capitale produce l’ottanta per cento della ricchezza regionale, è anche vero che esiste un altro Lazio dove Frosinone, Latina e Rieti insieme hanno un tessuto imprenditoriale di quasi 100mila imprese (pari al 21,2 per cento del valore regionale) e un fatturato il cui valore complessivo è pari al 10,2 per cento di quelle regionali. L’industria manifatturiera e l’agricoltura producono insieme il 40 per cento del valore aggiunto. Da questi numeri nasce la richiesta, reiterata della Cisl del Lazio, di creare una zona cuscinetto, una ‘ZES speciale’ del Lazio, come strumento più efficace contro il rischio di desertificazione industriale che corrono le tre province, penalizzate dal “Decreto Sud” che riconosce una ZES unica per il Mezzogiorno.
Nel Dossier ‘Le proposte della Cisl del Lazio, per uno sviluppo partecipativo e generativo’ che la Cisl regionale ha presentato oggi in Regione Lazio, risiede una strategia complessiva per una crescita coesa e diffusa: l’unica realmente efficace per rendere tutto il territorio più forte e competitivo.
Durante l’evento, il tema è stato sviluppato attraverso il contributo dei numerosi invitati che si sono avvicendati dopo i saluti dei segretari generali delle Cisl di Viterbo, Latina e Rieti, rispettivamente, Elisa Durantini, Roberto Cecere ed Enrico Capuano. Sono intervenuti i rappresentanti della Regione Lazio, con il presidente Francesco Rocca e la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Roberta Angelilli.
Nella tavola rotonda moderata dal giornalista de Il Messaggero Fabio Rossi, ha partecipato una larga rappresentanza della politica nazionale con Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, il senatore Maurizio Gasparri e i deputati Paolo Trancassini, Nicola Ottaviani e Claudio Mancini.
Nel suo intervento di apertura, Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio, ha spiegato che “Roma produce oltre l’ottanta per cento della ricchezza regionale ma non è l’unica protagonista. Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo devono essere sostenute e valorizzate, poiché la crisi economica e sociale che le attanaglia è una questione che riguarda tutti noi. Dobbiamo attrarre investimenti, promuovere la crescita, e garantire che il nostro tessuto industriale rimanga forte. Oggi ripartiamo da questo convegno con un concetto fondamentale che ribadisce il Dna partecipativo della nostra organizzazione. Lo facciamo con una serie di proposte che abbiamo presentato non solo al presidente della Regione Lazio ma anche a tanti assessori e consiglieri presenti, a deputati e senatori, che hanno caricato sulle loro spalle un pezzo delle nostre proposte. Abbiamo iniziato dalla Capitale con il Giubileo, che per noi deve ripartire dalla partecipazione dei lavoratori nelle grandi aziende del Comune. Per quanto riguarda invece i territori è ineludibile il tema della ZES, sulla quale tutti gli intervenuti oggi hanno manifestato grande interesse e aperture: a tale riguardo, crediamo che il Lazio debba essere agganciato ai benefici del Mezzogiorno d’Italia, soprattutto nelle aree che non hanno la possibilità di una crescita importante come quella di Roma. Capitale che non deve essere vista come antagonista ma come grande protagonista di una Regione Lazio che abbia relazioni industriali proficue e una voglia nuova di competere a livello nazionale e internazionale”. Il Dossier della Cisl regionale raccoglie gli stimoli e i contributi dei territori che, partendo proprio dal principio della partecipazione dei lavoratori come leva fondamentale per uno sviluppo maturo e condiviso, individuano delle direttrici di sviluppo precise, così riassumibili: Incentivi fiscali e contributivi per le aziende tipo una Zes semplificata; sviluppo delle infrastrutture viarie, digitali e sociali, di asset industriali e turistici rispettosi delle singole peculiarità territoriali; potenziamento delle reti della conoscenza attraverso i poli universitari: più investimenti per i controlli volti al rispetto delle normative della sicurezza del lavoro e il contrasto del caporalato in agricoltura; sostegni ad un nuovo welfare di comunità dove le famiglie siano il nucleo centrale di politiche sociali, fiscali e di servizio. La segretaria generale aggiunta della Cisl, Daniela Fumarola, nelle sue conclusioni, ha sottolineato che “bisogna fare sistema, progettare il futuro nella condivisione e nel consenso sociale, confrontandosi con il sindacato nelle Regioni, sul territorio e nei luoghi di lavoro, con chi presidia i bisogni delle persone, dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie. ‘Insieme’ è la parola d’ordine per la Cisl. Un’impostazione che deve orientare il progresso della Capitale alla vigilia del Giubileo, la Regione Lazio, ma anche le grandi dinamiche di cambiamento nel Paese e in Europa. Un sentiero che passa attraverso un nuovo modello partecipativo, inclusivo e sostenibile, che lega solidarietà a competitività, aumento dei salari e servizi adeguati, tutele e produttività, innovazione e coesione sociale”.
Lo scrive, in una nota, la Cisl del Lazio.
Fonte: cisl.it