“Il tema delle liste d’attesa e del rispetto dell’erogazione dei Lea è uno dei punti su cui si caratterizza la piattaforma sulle politiche della salute della Cisl presentata al ministro fin dal luglio 2023. Rispetto alla delicatezza del tema da tempo abbiamo chiesto di aprire un confronto che si inserisca in un quadro più generale di riordino del SSN a partire dalla definizione di un nuovo Piano Sanitario Nazionale di cui il territorio rappresenta uno dei punti centrali”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga. “Fermo restando che attendiamo di leggere il testo del Decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri per poter esprimere un giudizio più compiuto, riteniamo importante la volontà di omogeneizzare i percorsi per ridurre le liste di attesa oggi presenti nelle diverse realtà regionali. Per la Cisl il tema delle liste di attesa continua ad essere fortemente collegato con quello delle dotazioni organiche sulle quali rimane imprescindibile affrontare il problema della carenza di personale. Da tempo le nostre Categorie hanno indicato il percorso per cui accogliamo favorevolmente le maggiori risorse economiche stanziate per rivedere gli attuali limiti di spesa del 15% che però rappresenta solo un primo passo in attesa del superamento totale delle regole attuali, consapevoli che solo intervenendo sul versante assunzionale potranno essere risolte le grandi criticità oggi presenti nella sanità del nostro Paese. Per contrastare le insostenibili condizioni di lavoro in cui si trovano oggi gli operatori della sanità e garantire ai cittadini le prestazioni attese, rimane centrale il giusto riconoscimento economico per tornare a rendere attrattive la professione medica, infermieristica e tutte le professioni sanitarie e socio sanitarie, per questo se per un verso è un primo segnale la scelta del decreto di defiscalizzare le prestazioni straordinarie, per altro è fondamentale riallineare i contratti alle naturali vigenze economiche prevedendo la defiscalizzazione sui premi di risultato anche nel settore pubblico, esattamente come avviene nel settore privato. Continuiamo ad essere perplessi, invece, sul ricorso al privato accreditato che penalizza, di fatto le risorse che potrebbero essere veicolate sul pubblico, ribadendo che per la Cisl è imprescindibile procedere tempestivamente al rinnovo del contratto di lavoro ormai scaduto da tempo”.

 

Fonte: cisl.it