“Istituzioni e società civile devono unirsi in una battaglia comune per porre fine ad una situazione che non è degna di un Paese civile e che offende i valori della nostra Costituzione. E in senso più ampio, per aprire una stagione di corresponsabilità sociale che permetta di fare passi decisivi rispetto a tutte le grandi sfide da cui dipendono la crescita e il futuro del Paese. Il momento per provare e per riuscire è questo, non un altro. La Cisl, come sempre, c’è e ci sarà. Autonoma. Intransigente. Libera! Per rappresentare milioni di lavoratori che vogliono rimboccarsi le maniche e costruire nel protagonismo un domani migliore per sé, per i nostri territori, per l’intero Paese”. Così il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra oggi a Roma chiudendo i lavori dell’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate Cisl sulla salute e la sicurezza sul lavoro.

“Voglio ringraziare ogni delegata e delegato per quello che fate nelle fabbriche, nei cantieri, nelle aziende agricole, negli uffici pubblici e privati. Voglio dirvi grazie per ogni volta che non vi è stato detto dalla politica, dalle istituzioni, dalle stesse aziende in cui vi impegnate ogni giorno per tenere alta la guardia sul benessere e sulla sicurezza dei lavoratori” ha aggiunto il leader della Cisl sottolineando come “ogni volta che si verifica una tragedia sul lavoro il cordoglio è unanime, l’emozione è tanta e l’indignazione diffusa fa levare da ogni parte un coro di “mai più”. Dopo di che, tutto ripiomba in una generale indifferenza, tutto torna come prima. E lo scandalo delle morti sul lavoro non resta fissato come la priorità assoluta che dovrebbe essere. È proprio qui, allora, che stanno le ragioni della nostra mobilitazione e del nostro ritrovarci insieme oggi. Non bastano più le proteste nate su un’onda emotiva e lì destinate a rimanere – ha ribadito –. Non si può sperare di mettersi la coscienza a posto semplicemente con uno sciopero in più. Sono indecenti e pericolosi i toni demagogici con cui altri vorrebbero darci lezioni di sindacato. Perché incendiano la temperatura sociale, arroventano e spezzano i rapporti tra persone nei luoghi di lavoro. Mettono lavoratori contro lavoratori. Portando dentro le fabbriche un clima che il nostro Paese ha già conosciuto”.

“Qui c’è la rete che tiene insieme l’Italia! Che la unisce, intrecciando i fili di una coesione che parte dal lavoro dignitoso, sicuro, formato, protagonista e partecipe! Tutto questo siete voi! Voi i giovani, voi i volti, la fatica, la militanza e l’esperienza che dà speranza e futuro alla ripresa” – incalza dal palco ricordando che “è per questo che ogni volta che un lavoratore muore, o si infortuna, o si ammala per cause professionali, la sconfitta riguarda tutto il Paese. Siamo qui a dire che va fermata la scia di sangue che attraversa ininterrotta i luoghi di lavoro che non possono essere trasformati in campi di battaglia. Siamo qui a chiedere, a pretendere, che dall’indignazione di un momento si passi alla piena consapevolezza, alla volontà di dare risposte concrete”.

E ancora: “Occorre potenziare gli organici degli ispettori, con 766 nuove assunzioni che permetteranno di aumentare verifiche, controlli e ispezioni, introdurre una “patente a crediti” finalizzata a qualificare le aziende; aprire il percorso che porterà la materia di salute e sicurezza nei programmi delle scuole di ogni ordine e grado. È un riconoscimento delle nostre proposte e della nostra mobilitazione. Bisogna estendere la patente a crediti a tutti i settori, mettere a punto insieme al sindacato criteri rigorosi su premialità e sanzioni, attribuire nuovi poteri di presidio e decisione ai delegati per la sicurezza nelle aziende e nei territori, estendendo quelle leve partecipative alla base della nostra Proposta di legge, che dopo la straordinaria campagna di raccolta firme è all’esame del Parlamento”.

“Bisogna accelerare il percorso legislativo per l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento della salute e sicurezza sul lavoro: gli studenti di oggi saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani. Il lavoro è questo. È realizzazione di sé. È sentirsi parte della propria comunità, completarsi come persona e guadagnare per mantenere con dignità la propria famiglia. Di lavoro si deve vivere, non morire” – ha concluso.

Già a margine dell’Assemblea Sbarra aveva rimarcato: “Oggi la vera tutela che dobbiamo conquistare per le persone negli ambienti lavorativi si chiama formazione, si chiama investimento sulle competenze, si chiama apprendimento, conoscenza: è questo oggi il vero tema”, Quanto al confronto col governo su salute e sicurezza sul lavoro: “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti – ha osservato.
“Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi”.

“L’iniziativa di oggi è una tappa importante del percorso di mobilitazione che la Cisl sostiene ormai da più di un mese con centinaia e centinaia di assemblee nel luogo di lavoro, con iniziative nei territori a livello regionale. Il nostro obiettivo è costruire un orizzonte lungo di impegno, protagonismo, per sensibilizzare le persone e discutere con le imprese e coinvolgere il sistema delle autonomie locali sul tema della salute salute e sicurezza. Bisogna rafforzare le misure di prevenzione, formazione, a cominciare dalla scuola. Pensiamo che l’iniziativa di oggi sia un percorso del cammino che continuerà negli ambienti lavorativi”.

Quanto ai rapporti con Cgil e Uil: “Sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e, nella difficile realtà, conquistare traguardi valorizzando e capitalizzando risultati nel rapporto con i lavoratori. Abbiamo obiettivi comuni – ha detto – ma ci sono sensibilità diverse. Il pluralismo sindacale è una grande ricchezza di questo Paese. Guai ad affidarsi solo alla logica del pensiero unico e guai a prestarsi ad operazioni che dividono le persone e che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri. La Cisl lavora perla coesione e per l’unità nazionale”.

Ha poi commentato l’iniziativa referendaria della Cgil per abolire il Jobs act. “Rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18 è sbagliato. Oggi la vera tutela da conquistare si chiama formazione, investimento sulle competenze”. Il Jobs act è stata “una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi. Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali – ha proseguito – anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”. Secondo Sbarra il Jobs act “ha aiutato ad allargare, estendere gli ammortizzatori sociali; contrastato la pratica delle dimissioni in bianco; allungato il periodo della Naspi; investito sulle politiche attive del lavoro; eliminato i contratti a progetto; combattuto il falso lavoro autonomo, i tirocini. Fare di tutto l’erba un fascio è sbagliato”. Il numero uno della Cisl ha aggiunto che “dobbiamo costruire le condizioni per migliorare le norme sul lavoro, per esempio pensando a un nuovo statuto della persona nel mercato del lavoro” – ha concluso.

 

Fonte: cisl.it