“Da tempo il sindacato FNP CISL denuncia l’ingiustizia che sono costretti a subire gli ex dipendenti pubblici in materia di TFS/TFR. Di fatto una vera e propria penalizzazione che contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione anche nella tempestività della erogazione (art. 36, Costituzione): lo denuncia Emilio Didonè, segretario generale della Federazione nazionale dei pensionati della Cisl. “Il differimento della liquidazione del TFS/TFR per i dipendenti pubblici è stato un’enorme operazione di finanziaria per fare cassa con i soliti pensionati, oggi del tutto ingiustificabile e anacronistica. Il differimento, protratto nel tempo, non solo erode il potere d’acquisto a fronte di un continuo aumento dei prezzi al consumo dei beni di maggiore necessità, ma pregiudica altresì la qualità della vita dei pensionati ex lavoratori pubblici, costretti anche a pagare una penalizzazione in termini di tassi di interesse qualora decidessero di rivolgersi ad Istituti bancari o allo stesso INPS per avere ciò che invece spetterebbe loro di diritto. Per questo chiediamo a Parlamento e Governo la rimozione immediata di questo ‘vulnus legislativo’, rilevato anche dalla Corte Costituzionale, che rappresenta una grave penalizzazione per i dipendenti pubblici che non sono dei pensionati di serie B ma devono avere stessi diritti e condizioni degli ex dipendenti privati. “Al riguardo, la FNP CISL ha già chiesto al Governo la riapertura dei termini entro i quali i pensionati ex pubblici iscritti al Fondo Credito INPS possono presentare domanda di anticipo al TFS/TFR a condizioni agevolate, ossia con tassi di interesse intorno all’1%. Sono, infatti, tantissimi i pensionati che, non essendo stati informati di questa possibilità, non hanno presentato la domanda e si trovano oggi costretti, per accedere all’anticipo del TFS/TFR, a ricorrere a Banche e Finanziarie, con tassi di interesse oltre il 4%: un costo davvero troppo elevato che erode ulteriormente il potere d’acquisto di pensionate e pensionati ex lavoratori pubblici”. “Mentre per gli ex dipendenti privati i tempi di pagamento del TFR sono piuttosto brevi, e nella maggior parte dei casi il TFR viene liquidato in un’unica soluzione insieme all’ultima busta paga o al più tardi entro 45 giorni, diversi sono, invece, i tempi di pagamento dei~dipendenti pubblici. Inizialmente dovevano aspettare 12 mesi dall’uscita dal lavoro per limiti d’anzianità e 24 mesi in tutti gli altri casi prima di ottenere la liquidazione del TFS/TFR, ma nel tempo queste scadenze si sono fatte sempre più lunghe e nella stragrande maggioranza dei casi non sono mai state rispettate, con attese che possono arrivare anche fino a 7 anni. I ritardi della liquidazione del TFS/TFR per i dipendenti pubblici – continua Didonè – sono assolutamente illegittimi e non si può continuare a discriminare i lavoratori pubblici rispetto a quelli privati. Per questi motivi abbiamo pianificato la campagna di sensibilizzazione: “STOP AI RITARDI DEL TFS – TFR! NE HAI TUTTO IL DIRITTO!”, promossa dalla FNP CISL in sinergia con il patronato CISL INAS, per seguire, passo dopo passo, tutti i pensionati del pubblico impiego, vittime dei cronici ritardi Inps, che si recheranno nelle nostre sedi per essere informati e per compilare il modulo di diffida da inoltrare alla stessa INPS”.
Fonte: cisl.it