“Apprezziamo la volontà del Governo – attraverso il decreto milleproroghe – di fare un passo indietro sul finanziamento a una associazione privata che prevedeva l’assegnazione dei compiti e delle risorse, originariamente affidate a un Comitato terzo istituito dal Parlamento per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare e denominato “Previdenza Italia”, incaricato di favorire anche gli investimenti dei fondi pensione in economia reale”. È quanto si legge in una nota della Cisl.
“Una scelta che la Cisl, fin dall’emanazione della norma dell’estate scorsa, aveva criticato invitando il Governo a rivedere la decisione, anche in considerazione del contestuale approfondimento con le Parti sociali sul tema della previdenza integrativa che non aveva riscontrato alcuna volontà dell’Esecutivo di riassegnare i predetti compiti a un nuovo soggetto.
Per quanto rivesta particolare importanza l’esigenza di dare un forte impulso al secondo pilastro previdenziale, così come sollecitato dalla Cisl, qualsiasi iniziativa legislativa finalizzata al suo rafforzamento non dovrà prescindere dal confronto con i titolari della rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro, promotori dei fondi pensione negoziali attraverso la contrattazione collettiva, ai quali sono iscritti oltre 3 milioni 900 mila lavoratori con un patrimonio in gestione che supera i 64 miliardi. Nel condividere la decisione assunta, insistiamo, quindi, nel sollecitare il Governo a promuovere una convinta campagna informativa pubblica sulla previdenza complementare e ad attivare un nuovo periodo di silenzio assenso per l’adesione dei lavoratori ancora non iscritti ai Fondi.
Allo stesso modo, in considerazione della fase di emanazione dei decreti attuativi della delega fiscale, la Cisl sollecita il Governo a un maggior sostegno dei fondi pensione attraverso la leva fiscale, riducendo la tassazione sui rendimenti e favorendo convintamente gli investimenti nell’economia reale. Aspetti, questi, che attendono risposte dal Governo insieme alle questioni poste dal sindacato per una previdenza più equa e flessibile da realizzarsi con una riforma attesa fin dal prossimo anno 2024”.
Fonte: cisl.it