E cosa possiamo fare noi come società, come uomini e donne, giovani ed anziani?

 

Il 23 maggio 2023 si celebra la “Giornata della Legalità”.

Ogni anno ricordiamo che il 23 maggio 1992 hanno perso la vita i Magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli uomini della loro scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Ricordiamo anche tutte le persone che sono morte per mano della mafia, alcuni “non famosi” che hanno fatto il loro dovere e servito lo Stato, anche senza avere le cronache dei giornali, oltre le persone note che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia come il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, i politici Pier Santi Mattarella, Pio La Torre, i poliziotti Beppe Montana e Ninni Cassarà, i giudici Gaetano Costa, Cesare Terranova.

Ad oggi sono morte per mano mafiosa in Italia 1.050 circa persone: vittime innocenti delle mafie.

Perché rammentiamo le loro vite? La loro morte è servita a qualcosa? Suonano come domande provocatorie, domande che risvegliano la coscienza e la moralità di Noi tutti e della società di questo nostro Paese, ricco di contraddizioni.

Cosa è oggi la mafia? Certamente non è più quella della strage di Portella della Ginestra, la mafia degli anni 70, dei Corleonesi, ma tutt’ora non possiamo fare finta che non ci sia. Senza dimenticare la camorra e la ‘ndrangheta, la sacra corona unita e tutte le criminalità organizzate, anche russe, cinesi, che controllano interi territori del Nostro Paese.

E poi, la zona grigia dei “colletti bianchi”, ovvero chi oggi vive nella legalità (professionisti, imprenditori, politici) che alimentano l’economia mafiosa, fornendo collaborazione e supporto a questo tipo di organizzazione.

E cosa possiamo fare noi come società, come uomini e donne, giovani ed anziani?

Non basta solo indignarsi, non basta onorare la memoria che rimane un comportamento dovuto verso chi ha dimostrato, a prezzo della propria vita, che occorre agire; la società civile deve reagire ogni volta che c’è un sopruso, una ingiustizia, un abuso, perché la speranza e la fiducia in un mondo migliore non devono mai arrendersi di fronte all’omertà, alla violenza, alla corruzione, alla furbizia, al guadagno facile.

Possiamo sempre scegliere il bene, possiamo scegliere di perseguire le strade della giustizia, le strade coraggiose della verità.

E lo possiamo fare ogni volta che ci battiamo per un diritto offeso o calpestato, ogni volta che rifiutiamo di accettare compromessi scomodi a danno degli altri.

La libertà cammina sulle gambe della responsabilità, la giustizia si appoggia sulle gambe della verità, questo oggi continuano ad insegnarci le morti crudeli di uomini e donne che hanno scelto di essere eroi, per sempre, per noi.

Cosa possiamo fare Noi? Possiamo fare il nostro “dovere quotidiano”, onorare i nostri impegni, difendere la dignità di ciascun essere umano, avere una “schiena dritta” ed una “visuale lungimirante”.

E questo ci accompagna in tutto il nostro operato, nel nostro agire per le rivendicazioni sindacali a tutela e difesa dei nostri iscritti pensionati, in un abbraccio intergenerazionale che ci porta verso i nostri giovani, che meritano un mondo migliore di quello che abbiamo trovato noi e non il contrario.

La scommessa dei “nonni” è quella di coinvolgere le giovani generazioni, tramandare loro la passione per il lavoro, il valore della dedizione e dell’impegno sociale e quello di sapersi prendere cura dei più fragili e degli ultimi.

Il bene produce bene. Ogni volta che riusciamo a porgere la mano verso gli ultimi creiamo un vortice di fiducia e di speranza per noi stessi e per il domani di questo pianeta terra.

La mafia è la solidarietà istintiva, brutale che unisce tutti quegli individui che amano trarre l’esistenza e gli agi non già dal lavoro, ma dalla violenza, dall’inganno, dall’intimidazione.

Al contrario, seminiamo la cultura che unisce uomini e donne che fondano la loro esistenza sul lavoro, nella coesione e nel rispetto, nel riconoscimento del valore della persona, fuori dalle logiche della paura e della sopraffazione.

I pensionati che rappresentiamo, con onore e con orgoglio, sono la prova proprio della pagina migliore di una vita spesa nel lavoro dignitoso, di cui la pensione ne costituisce il salario differito.

Le pensioni sono l’espressione del valore del lavoro, di quel lavoro che lascia la fatica nel corpo ma l’orgoglio di una vita spesa con impegno a costruire famiglie radicate in una solidarietà intergenerazionale, solida ed aperta al futuro.

I nostri giovani hanno bisogno di valori, di prospettiva, di fiducia, di speranza, e le vite dei loro nonni ne sono una testimonianza; possiamo ancora credere nella giustizia, ad una società solidaristica capace di dare la mano e di riconoscere il merito, dove la capacità di prendersi cura costituisce proprio l’inizio di un presente per un futuro migliore.

Ecco allora che la morte del Giudice Falcone e di tutti coloro che sono e rimangono eroi per sempre non sono state spese invano, sono e rimangono le stelle a cui puntare il nostro sguardo, perché il bene non sarà mai sopraffatto dall’ingiustizia, nonostante tutto e anche quando sembra che non ci sia un domani, quel domani cammina sulle nostre gambe e nei nostri cuori.

Non possiamo rassegnarci alla depressione dell’impotenza se crediamo che le cose possano cambiare.

Non possiamo accettare senza reagire a fatti che appaiano inevitabili, se crediamo nella giustizia.

La vita ci ha insegnato che il mondo sta in piedi perché le donne e gli uomini buoni sono sempre più numerosi e più forti di quelli che si lasciano prendere dal male.

 

Buona Festa della Legalità


Fonte: pensionati.cisl.it