“Difendere il Ssn seriamente a rischio, garantendone i suoi tratti di universalità ed equità”: è quanto ha dichiarato Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl che questa mattina ha partecipato ai lavori della Conferenza nazionale per la Sanità pubblica in corso a Roma.
“Il Ssn pubblico non si svende ma si difende – ha dichiarato Didonè – soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo caratterizzato da un’emergenza che riguarda i servizi sanitari, a portata di mano per le persone più agiate, ma che taglia fuori coloro che invece vivono condizioni disagiate, impossibilitate a pagare e quindi costrette a rinunciare alle cure. Esami, visite e ricoveri bloccati da liste d’attesa infinite; pronto soccorsi super affollati con cittadini parcheggiati in barella per giorni in attesa di un letto prima di essere ricoverati: non è possibile – continua Didonè – accettare un Ssn che non risponde più ai bisogni del cittadino.
C’è bisogno di tornare a investire in sanità: servono finanziamenti adeguati, programmazione, organizzazione e nuove forze lavoro per colmare la carenza dei 30mila medici e dei 70 mila infermieri. E’ necessario riordinare il nostro Servizio sanitario, rendendolo accessibile a tutti. È una scelta politica che il governo deve fare adesso, prima che sia troppo tardi, per difendere un servizio che è stato e deve tornare ad essere un fiore all’occhiello di questo Paese”.
“Il nostro apprezzamento e il nostro incoraggiamento – ha concluso il segretario generale Fnp Cisl – va soprattutto ai medici, a tutti gli operatori sanitari e al personale degli ospedali e di altri servizi sanitari e sociali, che continuano a lavorare tanto, nonostante tutto, e spesso suppliscono alle carenze del sistema sanità: oggi difendere il Ssn pubblico è un dovere etico, sociale, collettivo”.
Fonte: pensionati.cisl.it