La Cisl Lazio ha organizzato un convegno per il prossimo 18 aprile (ore 9.30) dal titolo “Precorriamo il futuro: il Pnrr, gli scenari, le opportunità per il Lazio e per i territori della Regione”. L’appuntamento si terrà presso l’Auditorium della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum a Roma. A moderare il dibattito Barbara Capponi (giornalista Rai Tg1 Economia). Rosita Pelecca (segretaria regionale della Cisl Lazio) terrà la relazione introduttiva. Interverranno: Enrico Coppotelli (segretario generale della Cisl Lazio), Tommaso Miele (presidente aggiunto della Corte dei Conti), il Governatore del Lazio Francesco Rocca, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Luciano Monti (docente di Politiche dell’Ue alla Luiss Guido Carli), Chiara Frontini (sindaco di Viterbo), Lorenzo Tagliavanti (presidente Camera di Commercio di Roma). Conclusioni affidate al segretario generale nazionale della Cisl Luigi Sbarra.
Sarà un momento importante per fare il punto della situazione. Vale la pena ricordare le cifre e gli obiettivi iniziali del Pnrr per il Lazio: fondi (europei, nazionali e regionali) per un insieme di 17 miliardi di euro, 41 progetti articolati in 3 linee strategiche: modernizzazione del Paese; transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale; parità di genere.
Spiega il segretario generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli: “L’imperativo categorico è non perdere la straordinaria opportunità del Pnrr come unico strumento vero di rilancio e ammodernamento del Paese.La posta in palio è il riposizionamento competitivo del Lazio. Le stime dicono che gli interventi per l’ampliamento delle infrastrutture materiali e immateriali del Lazio nei prossimi 5-7 anni potranno portare da un minimo di 125.000 a un massimo di 270.000 nuovi posti di lavoro. Guardando alla rete digitale, un investimento costante che tradotto in posti di lavoro circa 1.600 all’anno.Gli interventi infrastrutturali già previsti nel Lazio garantirebbero 25.000 posti di lavoro a tempo pieno l’anno per un periodo di cinque anni. Con una stima di innalzare le opportunità occupazionali fino a quota 38.400 unità di lavoro a tempo pieno all’anno per sette anni. Per tutti questi motivi dal Pnrr non si può prescindere”. Aggiunge: “La Corte dei Conti ha evidenziato come a livello nazionale oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti. Appena il 6% dei finanziamenti è stato speso e solamente l’1% dei progetti completato. Ma c’è di più: il 65% dei progetti passa dai Comuni e il 60% di questi dai Comuni con meno di 5.000 abitanti, con notevoli difficoltà nella gestione dei progetti stessi. Riforme e investimenti viaggiano di pari passo: l’intera classe dirigente è messa alla prova”.
Fonte: cisl.it