La povertà energetica è la situazione in cui le famiglie non sono in grado di accedere a servizi e prodotti energetici essenziali. Si parla di povertà energetica quando le bollette rappresentano un’alta percentuale del reddito dei consumatori o quando questi si trovano costretti a ridurre il consumo energetico della loro famiglia, in misura tale da determinare un impatto negativo sulla loro salute e sul loro benessere.
Una Direttiva sull’efficienza energetica definisce la povertà energetica come “la mancanza dì accesso da parte di una famiglia ai servizi energetici essenziali che sono alla base dì un livello dì vita e dì salute dignitoso, tra cui un adeguato riscaldamento, raffreddamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi”.
Secondo uno studio la povertà energetica in Europa si riflette negli oltre 35 milioni di persone che hanno difficoltà a pagare le bollette energetiche o che hanno un accesso limitato all’energia di alta qualità a causa del basso reddito. Le ragioni della povertà energetica nell’UE sono complesse e attengono ad aspetti concernenti la vita economica, le politiche sociali, la struttura demografica degli Stati membri e di singole aree regionali. Certamente le cause principali sono individuate nei bassi livelli salariali, nei livelli di efficienza energetica delle abitazioni, negli alti prezzi dell’energia. Da studi e ricerche condotti negli ultimi anni emerge chiaramente che la povertà energetica ha un impatto maggiore sulle donne, contribuendo in misura significativa ad aggravare la disparità di genere. Risulta che il 70% delle sovvenzioni ai servizi sociali per combattere la povertà energetica è stato concesso a donne. Emerge inoltre che il rischio di povertà energetica è più elevato per le famiglie monoparentali, l’80% delle quali è costituito da donne, e che le donne anziane hanno maggiori probabilità di trovarsi in condizioni di povertà energetica a causa dell’aspettativa di vita più elevata e di pensioni inferiori rispetto agli uomini.
Fonte: pensionati.cisl.it